CAGLIARI. Usciti oggi i dati Istat aggiornati al primo gennaio 2025 sulla popolazione: la situazione demografica dell’Isola continua ad essere preoccupante e a denunciarlo è Acli (associazioni cristiane lavoratori italiani). A fronte di una lieve ripresa dell’immigrazione straniera, la riduzione della popolazione continua e si aggrava di anno in anno.
Mauro Carta, presidente delle Acli regionali della Sardegna: “La Sardegna continua a perdere popolazione: tra 2023 e 2024 avevamo perso un comune della dimensione di Dorgali, quest’anno perdiamo l’equivalente della popolazione di Macomer. Ma non solo perdiamo popolazione in senso assoluto, soprattutto perdiamo popolazione giovane. Gli under 15 sono oggi meno del 10% della popolazione e siamo gli ultimi in Italia: vent’anni fa eravamo al 13° posto per popolazione giovane. A questo, va aggiunto il fatto che cala ancora la popolazione attiva, quella che lavora e con tasse e contributi, sostiene il sistema del welfare pubblico, e aumenta la popolazione più anziana”. Continua Carta: “I dati mostrano nuovamente che i morti sono più del doppio dei nati vivi e l’unico dato positivo è il saldo migratorio con l’estero, che tuttavia non ci permette di compensare i valori negativi del saldo naturale e del saldo migratorio interno. A livello provinciale, vediamo che solo il Nord-Est ha un tasso di variazione positivo, mentre calano anche le province più popolose. A livello comunale, sono ben 132 i comuni con meno di 1000 residenti”.
E continua: “Sono necessari interventi strutturali di medio e lungo periodo che permettano di invertire la rotta. Innanzitutto, occorre una lotta senza quartiere al lavoro povero, soprattutto negli appalti pubblici che riguardano sanità e servizi in generale. Con stipendi troppo bassi o si va verso l’emigrazione o si rimanda all’infinito la scelta di mettere su famiglia. In secondo luogo, occorre aumentare la competitività della Regione sulla innovazione tecnologica da subito: Einstein Telescope è la giusta scommessa ma serve fare subito qualcosa nel campo della AI. In terzo luogo, occorre intervenire sulla dispersione scolastica: sono troppi anni che non esiste un sistema della formazione professionale di I livello stabile, senza il quale la percentuale di esclusi è troppo elevata nell’isola tanto da farci diventare ultimi. Infine, occorre prendere atto del fatto che la cura delle persone diventerà sempre più un ambito di lavoro e formare sardi o attrarre famiglie dall’estero, piuttosto che singoli lavoratori, è un percorso strutturale che va costruito e non lasciato alla occasionalità.”
I dati sulla popolazione al 1 gennaio 2025, pubblicati questa mattina dall’Istat, indicano che nel 2025 la popolazione della Sardegna ha continuato a scendere, attestandosi alle 1.561.339 unità (Grafico 1). La variazione assoluta tra 2024 e 2025 indica che, nel corso degli ultimi 12 mesi, sono state perse ulteriori 9.114 unità, vale a dire come se più della popolazione del comune di Macomer (al 2025, 9.073 abitanti) fosse scomparsa.