CAGLIARI. "Ciao Irene, per chi non conosce la realtà delle carceri e di tutto ciò che la circonda, non può capire quanta sofferenza, bisognerebbe provare per credere, e ringrazio ogni giorno che ci sono persone con un cuore umano che si prendono cura degli ultimi". Questo il testo di un messaggio ricevuto da Irene Testa, garante dei diritti dei detenuti in Sardegna, che solo pochi giorni fa era stata investita dalle polemiche e dagli insulti. La causa? Il suo lavoro, quello di difendere la dignità e i diritti dei carcerati e quindi riportare i malfunzionamenti di un sitema carcerario che dovrebbe riformare, prima di punire. A scriverle queste parole rivolte a Testa non è un "semplice" ex carcerato, ma l'uomo che la cui storia rappresenta l'emblema che, sì, anche il sitema può sbagliare. Il messaggio è di Beniamino Zuncheddu.
"Nella vita nessuno può essere certo che di quest'acqua non ne berrà, anch'io purtroppo non avrei mai pensato che mi potesse accadere una cosa del genere, perciò mai dire a me non succederà", scrive Zuncheddu a Testa. "Io ringrazio tantissimo tutte quelle persone che come te si prendono a cuore i carcerati,così come le famiglie. Grazie". Il contenuto del messaggio è stato reso pubblico dalla stessa garante che ha commentato: "Sono queste le cose che mi danno la forza di andare avanti in un ambito certamente complesso".