CAGLIARI. Si è tenuta oggi negli uffici della Presidenza della Regione la riunione del tavolo di crisi per affrontare l’emergenza idrica che sta colpendo il nord-ovest della Sardegna. Al centro dell’incontro, presieduto dalla presidente Alessandra Todde, la preoccupante scarsità d’acqua nei bacini del Temo, Cuga e Bidighinzu, che attualmente contengono circa 17,9 milioni di metri cubi, pari al 14% della capacità utile autorizzata.
Secondo quanto riportato nella nota ufficiale della Regione, il problema è aggravato dai lavori di manutenzione straordinaria sugli acquedotti Coghinas I e II, che si protrarranno fino a marzo 2026 e potrebbero causare disservizi nell’erogazione. “La Regione sta compiendo i massimi sforzi per garantire, anche con svariate opere provvisionali, il soddisfacimento delle domande idriche prioritarie, in primis quella potabile ed a seguire quella industriale, zootecnica e irrigua”, ha dichiarato la presidente Todde.
Alla riunione hanno partecipato gli assessori regionali dell’ambiente, dell’agricoltura e dei lavori pubblici, oltre ai sindaci delle aree interessate, la protezione civile, Abbanoa, Enas e altri enti coinvolti nella gestione delle risorse idriche.
La situazione è particolarmente critica per il sistema idrico della Nurra: il volume attuale degli invasi, circa 18 milioni di metri cubi, è vicino alla soglia minima necessaria per il fabbisogno annuo del comparto potabile, che oscilla tra i 18 e i 20 milioni di metri cubi. Per questo motivo, almeno 3,5 milioni di metri cubi saranno vincolati all’uso potabile per garantire un mese di autonomia in caso di emergenza.
Nel corso dell’incontro, la presidente Todde ha sottolineato l’importanza di trovare fonti alternative d’acqua, avviando una ricognizione su pozzi e sorgenti disponibili, oltre all’utilizzo delle acque reflue trattate dagli impianti di Alghero e Sassari. La Regione ha infine chiesto al Consorzio di bonifica della Nurra di studiare un piano per limitare i danni alle colture e garantire l’abbeveraggio del bestiame.