CAGLIARI. L'acqua scarseggia e con essa il futuro dell'agricoltura e della zootecnia in Sardegna. A lanciare l’allarme sono stati oltre cento agricoltori e allevatori della Nurra, che hanno manifestato con Coldiretti Nord Sardegna per denunciare una crisi idrica sempre più grave. Il fulcro della protesta è stata la Diga del Cuga, ormai ridotta a soli 4 milioni di metri cubi d’acqua rispetto ai 22 della sua capacità totale. Un dato drammatico se confrontato con i 10 milioni dello stesso periodo dell’anno scorso, già considerati insufficienti per garantire la sopravvivenza delle aziende locali.
Il direttore di Coldiretti Nord Sardegna, Marco Locci, ha sottolineato l'urgenza di un intervento strutturale, accusando la gestione inefficiente della risorsa idrica. Il problema non è solo la mancanza di pioggia, ma anche una rete infrastrutturale al collasso, con perdite d’acqua che arrivano al 50% e l’assenza di interconnessioni tra le dighe, rendendo impossibile una distribuzione equilibrata. I numeri diffusi dall’Autorità di bacino confermano lo stato d’emergenza: al 31 gennaio 2025, i bacini sardi si trovano al 49,7% del volume utile autorizzato, nonostante un incremento rispetto al mese precedente. Una condizione definita di "pericolo" o "allerta" dai monitoraggi ufficiali.
La manifestazione ha portato a un incontro con il prefetto di Sassari, Grazia La Fauci, che ha accolto una delegazione di Coldiretti, assicurando il suo impegno nel portare la questione ai tavoli nazionali e regionali. Ma la protesta non si ferma qui: Coldiretti chiede investimenti urgenti per l’interconnessione tra le dighe, la manutenzione delle infrastrutture esistenti e la creazione di nuovi invasi per aumentare la capacità di stoccaggio. La burocrazia, però, rappresenta un ostacolo enorme, con opere bloccate per anni a causa di procedure lente e farraginose. Per questo, l’associazione sollecita un cambio di passo politico, con semplificazioni normative e un tavolo permanente con la Regione e il Governo nazionale per ottenere fondi straordinari a sostegno del settore.
"L’acqua è vita per il nostro settore", ha dichiarato Locci, "senza interventi strutturali il rischio è la chiusura di intere aziende. La crisi non può più essere ignorata e il messaggio del Nord Sardegna è chiaro: senza soluzioni rapide ed efficaci, il collasso dell’agricoltura è inevitabile. Ora spetta alle istituzioni agire con decisione per garantire un futuro sostenibile all’isola".