CAGLIARI. Il Tar boccia il progetto del ponte di Poggio dei Pini. Un mostro di cemento in un'are verde di alto pregio, secondo i soci della cooperativa di Poggio - riuniti anche in un agguerrito comitato - che hanno presentato ricorso ai giudici amministrativi. Un'opera necessaria e la migliore possibile, secondo la Regione, che aveva spinto per la sua realizzazione. Hanno vinto i primi. Che hanno fatto bocciare sia il parere positivo della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio che del “Servizio tutela del paesaggio” per le provincie di Cagliari e Iglesias, ufficio della Regione Sardegna. Questi enti hanno detto sì al ponte progettato dallo studio Metassociati e benedetto dalla Regione - la costruzione era stata decisa dopo l'alluvione del 22 ottobre del 2008 - ma i loro pareri, per i giudici del Tar, non sono stati adeguatamente motivati - e quello della Soprintendenza è pure privo di logica - quindi sono invalidi. "Nel merito", si legge nella sentenza, "sono fondate le censure con le quali si denuncia il difetto di motivazione del parere favorevole espresso dall’ufficio regionale sul paesaggio, nonché la illogicità e contraddittorietà del parere favorevole reso dalla Soprintendenza".
Il parere di Vittorio Sgarbi
Sull'area brava un vincolo paesaggistico, ma pare non fosse un problema per gli enti di controllo. Per il Tar sì: "La mancanza di una adeguata motivazione delle ragioni che consentirebbero di derogare al vincolo paesaggistico operante sull’area, emerge in maniera del tutto evidente dall’esame del parere dell’ufficio regionale per il paesaggio, atteso che si fa genericamente riferimento all’intervento proposto, senza tenere nel dovuto conto le dimensioni delle opere da realizzare (essendo palesemente insufficiente affermare che «gli interventi sono improntati [alle] buone pratiche della ingegneria naturalistica»), né viene in alcun modo affrontata ed esaminata la fondamentale questione (in cui si traduce il potere di valutazione tecnica riservato all’autorità che gestisce, o co-gestisce, il vincolo) di come inserire l’intervento nel contesto paesaggistico di riferimento".
La Soprintendenza invece pare fare un pasticcio: prima dice che ci sono delle incompatibilità del progetto con l'ambiente, poi lo approva. Scrive il tar: "Quanto al parere della Soprintendenza, esso si caratterizza non solo per la insufficiente valutazione dei profili di compatibilità tra il progetto presentato e i valori paesaggistici implicati, ma anche per la intima contraddittorietà tra le considerazioni svolte in premessa, nelle quali sono comprese incisive richieste di modifica del progetto, e la conclusione formulata dal Soprintendente nel senso di non ravvisare "elementi ostativi alla realizzazione dell’opera». Affermazione, quest’ultima, in patente contrasto anche con la premessa generale relativa all'inserimento paesaggistico delle opere, ritenuto non soddisfacente":
Sul ponte si era espresso anche Vittorio Sgarbi. In termini non certo lusinghieri (NEL VIDEO)