CAGLIARI. "Quanto ci ho messo a dire di sì al Cagliari?. Poco, pochissimo. Perché ero consapevole che era un’ottima opportunità per essere titolare in Serie A". Così Elia Caprile, nuovo portiere del Cagliari, si presenta alla stampa.
"A San Siro ci ho messo del mio così come tutti i miei compagni, sapevamo che fosse una partita difficile a Milano e uscire con un punto da San Siro non è mai semplice. Dobbiamo continuare così, domenica arriva un’altra grande partita che dobbiamo affrontare nel migliore dei modi”, ha detto oggi durante la conferenza stampa.
Su Bari-Cagliari: “Primo impatto con lo spogliatoio è stato buono, ma non ho parlato molto di questo con Leo. Anche perché è una cosa che mi fa sempre un po’ male e penso sia ovvio, lui è stato molto rispettoso e non ne abbiamo parlato. Questa scelta è stata dettata dalle mie esigenze di carriera, sono contentissimo di essere arrivato a Cagliari e so che sarà una grande occasione per dare il 100% di me stesso, come ho fatto in tutte le altre esperienze precedenti, per arrivare alla salvezza”.
Com’è nata la trattativa: “Io volevo giocare di più, ho parlato con il Napoli che ha dato il suo benestare a trovare una soluzione. Il Cagliari si è detto interessato, abbiamo iniziato a parlare e il club è stato bravo a trovare un accordo con il Napoli”.
Sul rapporto con Nicola: “Sicuramente il fatto di conoscere il mister mi dà qualche vantaggio, lui si è speso per avermi qua e sono molto contento di tornare a lavorare con lui, dopo che l’anno scorso mi ha dato tanta fiducia. Spero di ripagare la sua fiducia quest’anno. L’obiettivo è la salvezza, siamo partiti bene con il Milan ma domenica ne abbiamo una fondamentale con il Lecce. Non so cosa abbia trovato in me, la domanda va fatta a lui. Evidentemente in me vede il portiere che poteva dargli una mano per raggiungere la salvezza, sulle mie caratteristiche onestamente non saprei”.
Obiettivo personale: “Come ho sempre fatto è quello di migliorarmi, in tutti gli aspetti del gioco. A fine anno tirerò le somme, l’obiettivo è la salvezza del Cagliari e quello che arriva a livello personale è qualcosa di più”.
Sulla parata più difficile di Milan-Cagliari: “Secondo me è stata l’uscita bassa su Jimenez nel secondo tempo. Sono qui a Cagliari per ora da solo, appena troverò casa mi raggiungeranno la mia fidanzata e il mio cane, con cui spero di conoscere questa bella isola”.
Sul numero 25: “L’ho scelto perché sia io che mio fratello siamo nati il 25”.
Sulla partita di San Siro e sull’essere padrone dell’area: “Quando non giochi per tanto l’occhio sui diversi palloni un po’ si perde. Forse ci ho messo un po’ a carburare, ma cerco di essere un valore aggiunto per la squadra: che voglia dire uscire o prendersi qualche responsabilità in più. Ma sono un portiere e so che devo essere un riferimento per i miei compagni, mi prendo volentieri le mie responsabilità”.
Su Sant’Elia: “Sicuramente è un simpatico gioco di parole che mi fa piacere, ho apprezzato il post del Cagliari. Siamo partiti bene, speriamo di continuare così”.
Sul pubblico rossoblù: “Giocare da avversario a Cagliari non è mai semplice, perché è uno stadio compatto e sempre pieno. E quando la partita si mette bene per il Cagliari diventa un casino (sic) giocare qui, perché c’è tanto rumore. Quindi domenica mi aspetto quello che i tifosi hanno sempre fatto, ovvero sostenerci per arrivare all’obiettivo”.
Sull’esperienza a Bari: “Quasi un derby con il Lecce? Forse sì (ride, ndr), ma nessuno da Bari mi ha chiesto nulla. Però è una partita importante per il Cagliari”.
Sul duetto eventuale al piano con Lapadula: “Non ne abbiamo ancora parlato, Gaetano mi sta facendo fare un tour di Cagliari sul dove mangiare”.