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CAGLIARI. Sulla riforma sanitaria arrivano le critiche anche dei sindacati dei medici, nel corso delle prime audizioni in commissiona Sanità del Consiglio regionale. Ieri si è posto l’accento sulla necessità di affrontare nell’immediato le "troppe urgenze che caratterizzano il sistema sanitario sardo (si pensi che la percentuale dei posti letto occupati è pari al 120%) e che rischiano di portarlo “al definitivo collasso”", dicono i sindacati. Interventi che, a giudizio della maggior parte degli intervenuti, potrebbero subire ulteriori ritardi a causa dei tempi di attuazione di un nuovo disegno di riforma.
I rappresentanti degli operatori della sanità hanno evidenziato come principali criticità del sistema, la frammentazione digitale e la gestione dei dati, denunciando una frammentazione dei sistemi informativi sanitari tra ospedali, territorio e privati. Ed è stata sottolineata quindi l'urgenza di un sistema digitale integrato per garantire omogeneità nei trattamenti, creare registri sanitari regionali e migliorare la gestione delle emergenze.
L’ulteriore sottolineatura ha riguardato la carenza del personale: c'è una forte carenza di personale medico e tecnico – così è stato detto - ed è stato quindi richiesto un piano di assunzioni e lo svolgimento dei concorsi, per sostituire i professionisti che hanno lasciato il lavoro nella sanità pubblica.
Le perplessità hanno riguardato, in particolare, ruolo e funzioni che, nella proposta della Giunta, sono attribuite all’Ares ("si rischia di proporre una Ats 2") accusata di non adempiere pienamente al suo ruolo tecnico-amministrativo e pur riconoscendo il valore della centralizzazione di alcune funzioni (ad esempio, gli acquisti), i sindacati temono una ulteriore perdita di autonomia decisionale delle aziende sanitarie locali. Sul punto è stata più volte citata la sentenza della Corte Costituzionale che ribadisce l’autonomia gestionale delle aziende sanitarie (2serve riconoscergli maggiore ruolo e funzioni2), nonché l’opportunità di rafforzare - rispetto ad Ares - il ruolo di indirizzo e controllo della direzione generale dell’assessorato della Sanità ("il coordinamento dei direttori in capo ad Ares è una forzatura").
Ulteriori proposte hanno riguardato il potenziamento della sanità territoriale e non sono mancati riferimenti ai cosiddetti accorpamenti delle strutture ("non hanno mai prodotto i benefici attesi", hanno detto) ed in particolare a quello ipotizzato del Microcitemico di Cagliari con il Brotzu: "Il 95% dei lavoratori del Microcitemico si è detto contrario all’accorpamento con il Brotzu. Serve dunque una riflessione e una valutazione più approfondita".