Seguici anche sul nostro canale Whatsapp
CAGLIARI. La Sardegna è la seconda regione in Italia per eventi legati alla siccità e ha visto un aumento medio della temperatura di 1,8 °C. Proprio il caldo estremo ha messo a dura prova le api riducendo al lumicino la raccolta del miele. È quanto emerge dal rapporto dell’Osservatorio Città Clima di Legambiente, che fotografa un’Isola particolarmente vulnerabile ai cambiamenti climatici con temperature in costante aumento negli ultimi anni e gravi impatti sull’agricoltura.
Gli invasi sardi sono pieni solo per il 40%, con una diminuzione del 10% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Per quanto riguarda la siccità, le regioni più colpite sono state Sicilia (16 eventi), Sardegna (9), Basilicata (3).
Spicca poi l’ennesimo record di temperature globali registrato dal programma europeo Copernicus che indica il 2024 come l’anno più caldo da inizio registrazioni con, per la prima volta, il superamento della soglia di 1,5 °C sopra i livelli pre-industriali. Il mese di novembre 2024 è stato il secondo più caldo a livello globale, dopo il novembre 2023, con una temperatura media dell’aria superficiale di 14,1°C, +0,7°C al di sopra della media di quel mese del periodo compreso tra il 1991 e il 2020. Il novembre 2024 è stato di 1,6°C al di sopra del livello pre- industriale ed è stato il 16° mese in un periodo di 17 mesi in cui la temperatura superficiale media globale dell’aria ha superato di 1,5°C i livelli pre-industriali.
“L’anomalia idrica e delle temperature che ha interessato in particolare la fascia orientale della Sardegna negli ultimi due anni ha causato gravi danni all’ecosistema della nostra isola – dichiara Marta Battaglia, Presidente di Legambiente Sardegna - Gli alberi, a causa della persistente aridità, si sono indeboliti diventando più attaccabili dagli agenti patogeni e hanno messo in atto strategie difensive che hanno cambiato il volto di boschi e foreste alterando i paesaggi consueti. Nel frattempo, nella scorsa estate, ci siamo trovati nell’inaccettabile condizione di dover scegliere verso quali settori ridurre la disponibilità della risorsa idrica per limitare l’impatto sulle economie locali. Avendo ormai toccato con mano gli effetti devastanti del cambiamento climatico, noi sardi dovremmo essere in prima linea nella transizione ecologica ed energetica e mettere in campo politiche e azioni concrete per la riduzione drastica delle emissioni di CO2”.