CAGLIARI. "La Sardegna non può più aspettare. La salute dei cittadini deve tornare ad essere una priorità assoluta, non solo nei programmi elettorali, ma nelle scelte concrete e quotidiane della politica e delle istituzioni. Non possiamo più tollerare promesse vuote e immobilismo". È la Cisl sarda a inviare una lettera alla politica, in particolare alla presidente della Regione Alessandra Todde e ai capigruppo del Consiglio regionale, con l'appello a un impegno concreto per tutelare la salute dei sardi.
La Cisl snocciola i dati degli indicatori di performance del nostro sistema sanitario, che disegnano un quadro preoccupante: la Sardegna si colloca al quart’ultimo posto tra le regioni italiane per efficienza e dotazione sanitaria. E alcuni dati evidenziano le criticità più gravi. Posti letto insufficienti: Con solo 2,8 posti letto in specialità ad elevata assistenza ogni 10.000 abitanti, la Sardegna è lontana dagli standard richiesti per rispondere alle emergenze e ai bisogni di cura più complessi. Ma anche assistenza domiciliare carente: appena l’1,7% degli anzianiriceve assistenza domiciliare integrata, un dato inaccettabile per una regione con una popolazione anziana in costante crescita, che necessita di cure continuative e personalizzate. E poi ancora insoddisfazione dei pazienti: Il 14,8% dei pazientisi dichiara poco o per niente soddisfatto dell’assistenza ospedaliera ricevuta. Questa percentuale riflette la necessità di migliorare la qualità dei servizi e il rapporto medico-paziente. Rinuncia alle cure: Il 12,3% dei sardirinuncia alle prestazioni sanitarie a causa dell’inefficienza delle strutture, dei costi elevati e delle lunghe liste d’attesa. Questo fenomeno penalizza soprattutto le fasce più deboli della popolazione, mettendo a rischio il diritto alla salute. Operatori sanitari in difficoltà: Il 40% dei medici sardiè insoddisfatto della propria condizione lavorativa, principalmente a causa di carichi di lavoro eccessivi, carenza di risorse e scarse opportunità di crescita professionale. Questa insoddisfazione si ripercuote negativamente sulla qualità delle cure fornite.
La Cisl contesta quindi alla Regione Sardegna "un’inerzia istituzionale, che rischia di perpetuare uno stato di crisi strutturale. È necessario un cambio di passo immediato".
Tra le proposte quella di incrementare le risorse e migliorare l’accesso alle cure, riformare la rete ospedaliera e la medicina territoriale, investire nella Formazione e nel Reclutamento del Personale Sanitario, innovare e digitalizzare il Sistema Sanitario.