CAGLIARI. Scoppia la polemica a Cagliari per la mancata autorizzazione della Prefettura al corteo contro il decreto sicurezza organizzato sabato scorso da alcune associazioni. Tra queste "A Foras", che da anni protesta contro l’occupazione militare in Sardegna. “Hanno tentato di impedirci di manifestare contro la svolta repressiva che è in corso nello stato italiano”, si legge in una nota, "Il disegno di legge 1660 costituisce una grave minaccia per i diritti democratici di tuttə e non possiamo stare in silenzio a guardare mentre si compie la deriva autoritaria che è in atto ormai da tanti anni. Il questore di Cagliari ci ha vietato il corteo con motivazioni ridicole e pericolosissime: 'Non potendosi escludere che l’iniziativa preavvisata possa essere in qualche modo strumentalizzata da parte di movimenti che sostengono anche la causa palestinese, così come peraltro pubblicizzato sui social network e fonti aperte, e non potendosi escludere che tali tentativi possano ripercuotersi negativamente sulla gestione dell’ordine e della sicurezza pubblica, si prescrive che: La manifestazione dovrà svolgersi in forma statica'".
L'associazione continua e spiega di aver deciso di "non sottostare a questo atto fascista e che non accetteremo mai in futuro limitazioni arbitrarie del nostro diritto a manifestare". Quindi "circa 800 persone arrivate nel punto di concentramento si sono messe in cammino verso il percorso che era stato regolarmente comunicato nei termini di legge e che era ostruito da un cordone di agenti in assetto antisommossa. In modo assolutamente pacifico, ma risoluto, abbiamo insistito fino a quando non siamo riusciti ad oltrepassare il blocco delle forze di polizia. Alcuni manifestanti hanno riportato ferite. Il corteo è poi continuato nonostante altri tentativi di fermarci in via Garibaldi e ha deviato su altre vie senza che si verificassero scontri".
Dalla Questura precisano che "nessun agente ha usato il manganello". I manifestanti però rischiano la denuncia per aver "forzato" il blocco.