NUORO. Forse una lite prima della strage, “A casa urlavano tutti”. Queste sarebbero le uniche parole pronunciate ai carabinieri dall’unico sopravvissuto allo sterminio di via Ichnusa a Nuoro, dove l’operaio forestale Roberto Gleboni ha ucciso moglie, figlia di 25 anni e figlio di 10, poi ha freddato il vicino di casa, ha ferito la madre e si è tolto la vita. Quando le sue condizioni lo consentiranno, sarà sentito dagli inquirenti in modalità protetta e col supporto di un tutore e di uno psicologo.
Intanto nella città sotto choc per la tragedia centinaia di persone ieri sera hanno partecipato a un corteo, una marcia contro la violenza. Veglia di preghiera nella parrocchia di San Domenico Savio. Ieri l’equipe della rianimazione dell'ospedale San Francesco di Nuoro che ha proceduto all'espianto degli organi dopo la morte cerebrale di Paolo Sanna, il vicino di casa che Gleboni ha ucciso sul pianerottolo del condominio.