NUORO. "Abbiamo finito le lacrime. Da domani siamo consapevoli di dover lavorare il doppio per trovare risposte a tanto dolore". Così l'ordine degli psicologi e delle psicologhe della Sardegna commenta la strage di Nuoro in cui sono morte 5 persone. Il bilancio della tragedia si è aggravato ieri sera quando è stata dichiarata la morte cerebrale di Francesco, il figlio più piccolo, 10 anni, e di Paolo Sanna, il vicino di casa di Roberto Gleboni, l'operaio forestale responsabile dello sterminio, che ha ucciso prima moglie, Giusi Massetti, e figlia di 25 anni, Martina Gleboni, poi si è tolto la vita.
"Non ci sono più parole. Non ci sono più lacrime. Non ci sono pensieri", scrive l'ordine degli psicologi in Sardegna. La furia omicidia, al momento, resta ancora un mistero. Nessuna segnalazione o denuncia di maltrattamenti o violenze prima di quel momento. C'è solo una voce che gira insistentemente in queste ultime ore, ma su cui non ci sono conferme certe, che parla di una separazione in corso tra Gleboni e la moglie.
Intanto è stato effettuato un primo esame medico-legale sui corpi delle vittime. Si dovrà attendere qualche giorno per l’autopsia. La città di Nuoro è sotto choc per la strage di via Ichnusa. In segno di rispetto è stato annullato l’evento “La notte dei ricercatori” organizzato in città dal Centro Europe Direct, il commissario prefettizio Giovanni Pirisi decreterà il lutto cittadino nel giorno dei funerali delle vittime.