CAGLIARI. È stato un anno difficile in Sardegna per i casi di bronchiolite in neonati e lattanti sotto l’anno di vita. I piccoli che hanno dovuto fare ricorso alle terapie intensive e ai ricoveri ospedalieri sono triplicati. Ma ora c’è la speranza dell’anticorpo monoclonale, che potrebbe arrivare presto per immunizzare e proteggere anche i bimbi dell'Isola. Questo almeno è quanto ha chiesto con forza all'assessorato regionale alla Sanità Osama Al Jamal, presidente della Federazione italiana medici pediatri di famiglia in Sardegna, insieme ai colleghi delle società italiana di neonatologia e società italiana di pediatri. In regioni come la Lombardia le immunizzazioni sono già state garantite e partiranno a breve. Nelle ultime ore però una sorta di "cortocircuito" al Ministero della Salute partito da una circolare che bloccava il vaccino nelle regioni del Sud ha creato caos e polemiche, visto che da tempo tutti avevano ricevuto informazioni sulla disponibilità del nuovo farmaco contro la bronchiolite, senza però sapere come muoversi.
E la Sardegna? "Nell'ultimo incontro con l'assessore Bartolazzi", fa sapere il presidente della Federazione dei pediatri sardi, "ci è stato detto che qualcosa si farà, si muoveranno per trovare i fondi necessari". Intanto Al Jamal, che lavora anche come pediatra di libera scelta ad Assemini e ha dovuto far ricoverare un suo piccolo paziente fuori dall'Isola, parla di “anno micidiale, con casi registrati in misura veramente eccessiva rispetto al solito”. Perché il ricovero in altre regioni? "Perché in Sardegna non c'è una terapia intensiva pediatrica", spiega, "Quindi purtroppo un bimbo con il virus respiratorio sinciziale che ha necessità di determinate cure deve essere trasferito in altri ospedali d'Italia".
Intanto il ministro della Salute Schillaci annuncia che "Sono in corso trattative con Aifa per rendere il medicinale disponibile gratuitamente per tutti tramite il Servizio Sanitario Nazionale".