SAN SPERATE. Cresce l’attesa per i risultati dell’autopsia sul corpo di Francesca Deidda, mentre il marito Igor Sollai resta in carcere a Uta. “Si tratta di analizzare corpi umani molto compromessi per far “parlare” ossa e denti”, dice oggi l’avvocato Gianfranco Piscitelli, rappresentante legale di Andrea Deidda, fratello di Francesca. Sempre Piscitelli sabato disse: “Manca solo la confessione”. D’altronde le ricostruzioni si fanno più chiare di settimana in settimana e la posizione del marito 43enne accusato di omicidio e occultamento di cadavere sembra aggravarsi con il passare dei giorni. Eppure quella confessione non arriva: dal carcere Sollai si dichiara innocente. Scosso e innocente. In attesa dei risultati dell’autopsia e delle tracce rilevate dai Ris negli ultimi giorni, facciamo il punto sulla vicenda, tra i fatti accertati e quelli ancora da verificare.
LA SCOMPARSA
Francesca Deidda, 42enne di Elmas, viveva a San Sperate con il marito Igor Sollai, 43enne di Assemini. Stavano assieme da tantissimo tempo e si erano trasferiti a San Sperate nel 2012 dalle carte del Comune. Il 10 maggio Francesca scompare. Si sarebbe allontanata prima del solito dal lavoro. Un dettaglio passato inosservato anche perché nei giorni prima era stata poco bene. Nelle ore successive però, dal computer di lei, sarebbe partita una comunicazione con la quale annunciava di licenziarsi dal call center cagliaritano dove era impiegata. Le colleghe, saputo delle dimissioni, le chiesero il perché, ma solo tramite messaggio. C’erano problemi con il marito Igor e per questo lei aveva bisogno di tempo da sola, rispose lei dal cellulare. Ma per le amiche c’era qualcosa che non andava in quelle risposte che arrivavano tramite whatsapp, secondo loro non era Francesca a scrivere. Un sospetto poi confermato con uno stratagemma: raccontarono via messaggio che un’altra collega se n’era andata, inventando un nome. Chiunque stesse scrivendo dal cellulare di Deidda non si accorse della trappola e finse di conoscere la persona in questione. Intanto anche il fratello di Francesca, Andrea Deidda, si convinse che qualcosa non andava e sporse denuncia di scomparsa, cosa che Sollai non aveva ancora fatto. Era il 30 maggio.
L’ARRESTO
Sollai era stato raggiunto dalla troupe di “Chi lo ha visto” nella prima settimana di luglio. A loro dice che lei si era allontanata volontariamente per via di una crisi. Tre giorni dopo Igor Sollai viene arrestato. Era l’8 luglio. L’accusa è omicidio aggravato e occultamento di cadavere. Le forze dell’ordine avevano scartato l’idea che lei potesse essersi data alla fuga e rimaneva un unico indiziato. Il paese di San Sperate ne fu scosso, perché fino a quel momento non era trapelata nemmeno la notizia della scomparsa, forse perché in paese la coppia aveva poche conoscenze. Intanto, cominciano anche le ricerche del corpo di Francesca e si punta all’Orientale sarda, la ex 125. In questa zona i telefonini di Sollai e di Deidda si erano agganciati alle stesse celle diverse volte nelle settimane precedenti, dimostrando che i due cellulari erano stati lì insieme. Inoltre, Sollai, quella zona la conoscerebbe bene: nel suo lavoro di autotrasportatore era solito viaggiare verso Arbatax. Gli addetti alle ricerche, nei pressi del ponte romano, trovano diversi oggetti appartenenti alla donna, tra cui un bite dentale.
IL CORPO RITROVATO
Il 18 luglio l’interrogatorio di Sollai nel carcere di Uta viene interrotto bruscamente. Dovrà passare un’ora prima di capire la motivazione: il cane molecolare in azione vicino al ponte romano ha individuato un borsone al cui interno si trova il corpo di Francesca Deidda. Un borsone da palestra, nascosto sotto uno strato di sterpaglie e circondato da alcune piantine posizionate di recente. I resti presentavano parti già scheletrizzate, dimostrando che il borsone era lì da tanto tempo. Si parla, secondo le indiscrezioni, di un danno importante alla testa, come avesse subito un forte colpo. Subito dopo gli investigatori passano al setaccio la Toyota Yaris, la macchina di lei che Sollai aveva messo in vendita pochi giorni dopo la scomparsa di Francesca: si troveranno tracce biologiche sui sedili e tappetini posteriori, probabilmente sangue. Il giorno dopo tocca alla casa e anche qui troveranno delle tracce importanti, in particolare sul divano, anche questo messo in vendita negli stessi giorni di maggio. I Ris portano via diversi oggetti dall’abitazione di via Monastir a San Sperate.
AUTOPSIA
Ora si attende l’autopsia. “Si tratta di analizzare corpi umani molto compromessi per far “parlare” ossa e denti”, racconta l’avvocato del fratello di Francesca, Gianfranco Piscitelli, dopo aver già nominato nel team di difesa la dottoressa Roberta Bruzzone, oggi ha nominato come consulente di parte la nota antropologa e odontologa forense di Roma Chantal Milani. “Quando i tessuti molli non riescono più a dare risposte al medico legale perché troppo degradati, antropologia e odontologia forense cercano le risposte ai quesiti dell’autorità giudiziaria in ossa e denti, che sono strutture molto più resistenti”.
Intanto nel pomeriggio di oggi i Ris sono tornati nella casa di San Sperate per un altro sopralluogo alla ricerca di nuovi elementi.
- M.P.
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