NUORO. "L'ospedale di Nuoro da eccellenza si è trasformato in un ospedale periferico, è uno degli ospedali che nel tempo ha perso più prerogative e ha molte criticità. Per questo credo che ripartire da qua potrebbe essere un segnale forte per far capire che la sanità in Sardegna riparte".
Così la presidente della Regione Alessandra Todde oggi pomeriggio durante la sua visita al San Francesco di Nuoro.
"Credo che parlare di soluzioni senza una visione organica senza fare un censimento rispetto ai medici complessivi e capire che cosa fare degli ospedali non è sicuramente il mio mestiere, lo lascio dire e lo lascio proporre all’assessore alla Sanità che ha questo tipo di prerogativa. Quello che è importante però è che sicuramente non è possibile pensare che se uno si rompe una gamba a Nuoro debba andare a Sassari per riuscire ad avere sollievo e presa in carico. Quindi sicuramente questo è un tema che noi dobbiamo risolvere", ha aggiunto Todde rispondendo alle domande dei giornalisti.
"Io sono una persona seria, quindi lascio parlare di soluzioni a chi se ne occupa e chi chiaramente è tecnico. E io non lo sono", ha spiegato.
Sulle liste d'attesa: "Stiamo approvando una variazione di bilancio con la quale saranno stanziate altre risorse. Anche in questo caso non è un problema facile ma accumulato. Non sarebbe serio dire che ci sarà una risoluzione semplice, ma intanto stanziare risorse e prendersene carico è sicuramente un primo passo", ha detto la governatrice.
"Vogliamo costruire un percorso con il territorio, con i pazienti, coi medici e parlare dei problemi concreti che oggi abbiamo soltanto enunciato. Sarò io a chiedere a breve la convocazione della conferenza sociosanitaria territoriale per iniziare a lavorare", ha spiegato Todde, nell'incontro di questo pomeriggio all'ospedale San Francesco di Nuoro, a cui hanno partecipato oltre 100 persone, tra operatori sanitari, consiglieri regionali e amministratori e in cui era presente anche l'assessore della Sanità Armando Bartolazzi.
Un lungo elenco di problematiche è stato esposto dai medici e dagli amministratori: dal blocco del reparto di Ortopedia, all'estrema sofferenza della neurochirurgia, dai problemi dei due reparti di Chirurgia fino al Pronto soccorso con soli 5 medici operativi. "Siamo in difficoltà con i pazienti ai quali dobbiamo dire che purtroppo certe specialità come Ortopedia non ci sono - ha detto la primaria del Pronto soccorso Michela Matta -. Così ci facciamo carico del problema in prima persona, magari sfruttando le nostre conoscenze e chiedendo favori ad altri colleghi di ospedali diversi. Questo non deve succedere".
"Questo ospedale va rilanciato - ha rassicurato l'assessore Bartolazzi - ma per fare questo lo dobbiamo rendere attrattivo con medici di livello che possano preparare altri medici. Dobbiamo poter programmare, lavorare con le università e ampliare la rete formativa, con gli specializzandi anche negli ospedali di altre zone della Sardegna, in accordo con le università di Cagliari e Sassari".
Tutti i sindaci riuniti si sono battuti sulla carenza dei medici di base e sulla presenza delle Ascot che non danno le risposte volute: "Le Ascot non sono il meglio, ma purtroppo in attesa di reclutare altri medici dobbiamo farle funzionare. In questi mesi abbiamo raddoppiato da 11mila euro fino a 22mila la borsa per gli specializzandi di medicina generale". Tante le criticità sollevate dai dirigenti medici: "Siamo operativi da tre mesi - ha evidenziato Todde - e non si può dire che non stiamo lavorando. Siamo in emergenza e la strada è quella di fare una ricognizione e una ridistribuzione dei medici che operano per lo più nei centri di Cagliari e Sassari. Poi se l'emergenza persisterà potremmo reclutare anche i medici stranieri. Vi chiedo però di lavorare tutti insieme ai problemi concreti di questo territorio".
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