CAGLIARI. Episodi di violenza, sovraffollamento e poi il problema più grande: i suicidi in cella. Un nuovo allarme sulla situazione delle carceri sarde lo ha lanciato oggi dalla sede Acli il Coordinamento regionale della Sardegna delle Comunità per l’Accoglienza, che denuncia un crescente disagio sia per i detenuti che per il personale carcerario.
Le strutture del Coordinamento, attive da oltre 30 anni in Sardegna, chiedono un incremento dell'utilizzo di misure alternative alla detenzione per ridurre la recidiva e sostenere la reintegrazione sociale. Allo stato attuale, invece, la concessione di queste misure è lenta, con autorizzazioni che richiedono mesi, compromettendo l'efficacia del supporto offerto.
Il Coordinamento ha quindi avviato una campagna di ascolto reciproco con istituzioni e tribunali per migliorare i meccanismi di attribuzione delle misure alternative e rendere il sistema penale più umano e conforme ai principi costituzionali. Secondo don Ettore Cannavera, della comunità "La Collina", il cambiamento deve partire dall'alto, dalla classe politica.