ORISTANO. La casa di cura Madonna del Rimedio di Oristano e parte dell'equipe medica che operò Massimo Cenedese dovrà risarcire la famiglia del quarantatreenne, morto nel 2015 dopo essersi sottoposto a un'operazione di asportazione di polipi dall'addome.
Il maxi risarcimento è a sei zeri: lo ha stabilito il tribunale civile di Cagliari. L'uomo morì cinque giorni dopo l'intervento, all'ospedale di Sassari, dove arrivò in condizioni ormai critiche. Nei giorni successivi all'operazione lamentò forti dolori: dalle indagini si scoprì che il bisturi aveva perforato l'intestino e questo lo mandò in setticemia, causandone poi la morte.
Due i capitoli giudiziari aperti, uno quello penale: i medici che lo operarono e chi lo visitò successivamente furono accusati di omicidio colposo: il primario Angelino Gadeddu in particolare decise di patteggiare.
La causa civile invece si è appena conclusa e riguardava i risarcimenti richiesti dai familiari di Cenedese: la moglie e i figli assistiti dagli avvocati Gabriele Melis ed Edoardo Vassallo e i genitori e i fratelli assistiti dagli avvocati Valerio Martis, Ezio Ullasci e Antonio Nicolini.
I due periti nominati per quantificare il risarcimento hanno ricostruito quanto accaduto, chiarendo che l'intervento in realtà non sarebbe stato necessario e che, in ogni caso, nei giorni immediatamente successivi all'operazione, un'ecografia addominale avrebbe potuto far capire la gravità della situazione.