CAGLIARI. "Giù le mani dalle Poste". Lo chiedono i sindacati di Slp Cisl, Uilposte, Confsal Comunicazioni e Fnc Ugl che oggi hanno organizzato un sit-in di protesta, contro una ulteriore privatizzazione di Poste Italiane, di fronte alla Prefettura di Cagliari, in concomitanza con uno sciopero nazionale.
"In un momento critico per il futuro di Poste Italiane S.p.A., tutte le organizzazioni sindacali si sono unite per organizzare una manifestazione di protesta davanti alla Prefettura di Cagliari nella giornata del 18 maggio 2024", scrivono i sindacati su una nota.
"L'obiettivo di questa iniziativa è combattere con determinazione l'ulteriore vendita di quote in mano al Mef (attualmente 29,26%), difendendo così un servizio essenziale per il nostro Paese", si legge.
"La recente proposta dell'attuale governo, di una ulteriore privatizzazione, rischia di compromettere non solo il futuro dell'azienda in termini occupazionali con una riduzione del personale impiegato, ma anche la stabilità economica dell'Italia. Infatti, grazie ai profitti generati, il governo quest'anno ha incassato circa 200 milioni di euro di dividendi, che perderebbe, ogni anno, se si portasse a termine la vendita delle intere azioni in mano al Mef.
Questa vendita, a fronte di un incasso immediato di circa 4 miliardi, determinerebbe un abbattimento del debito pubblico di appena 185 milioni di euro, una goccia nel mare.
Lo Stato potrebbe perdere il controllo dell'azienda, di conseguenza il controllo sulla gestione e sulle decisioni aziendali, compresa la nomina dell'Amministratore Delegato e del Consiglio di amministrazione.
La presenza dei lavoratori e della popolazione a questa manifestazione è fondamentale per sottolineare l'importanza di Poste Italiane non solo a livello nazionale, ma anche territoriale. La difesa di questo servizio non è solo una questione economica, ma riguarda anche la garanzia di un servizio pubblico e di coesione sociale per tutti i cittadini.
È fondamentale che la voce dei cittadini e dei lavoratori venga ascoltata in questa battaglia per preservare un servizio essenziale e una fonte di reddito vitale per il Paese. È un momento cruciale per unirsi e mostrare solidarietà per una causa che riguarda ognuno di noi".
Poi l'appello alla popolazione sarda:
"Unitevi a noi per difendere il diritto di tutti. La vostra presenza è fondamentale per dimostrare che insieme possiamo fare la differenza e proteggere un servizio essenziale per il nostro Paese", conclude la nota.