L'INCHIESTA. "A noi serve...produrre, produrre, produrre". E pace se le polveri della discarica di Terrasili, sequestrata oggi dalla Forestale su richiesta del pm Marco Cocco, si depositavano dappertutto: sulle piante, sugli animali, sulle case della zona, finivano in acqua. Polveri altamente inquinanti, con valori enormemente fuori norma. La necessità era "produrre, produrre, produrre". Questo emerge dalle intercettazioni telefoniche che hanno portato in carcere i vertici della Fluorsid di Macchiareddu.
L'11 aprile 2016 gli investigatori stanno ascoltando una conversazione tra Alessio Farci, responsabile dell'azienda per la produzione di prodotti a base di solfato di calcio, e Marcello Pitzalis, coordinatore dei lavori affidati da Fluorsid alle imprese di stoccaggio. Farci avverte Pitzalis che gli sta per mandare una lettera di contestazione, "una cosa antipatica, tu prenderai e conserverai in un cassetto, ok?". Dalla Fluorsid vuole coprirsi le spalle davanti a eventuali contestazioni sulle emissioni, che sono da tempo monitorate dagli investigatori: gli uomini della Forestale si sono fatti più volte vedere nello stabilimento, spesso avvolto da una nube chiara, nociva. "Ti invio una lettera di reclamo dove ti invito a tenere più stretto controllo la gestione delle polveri", avverte Farci. Pitzalis risponde: "Non sei venuto? Anche oggi c'è. Noi stiamo bagnando, oggi, c'è la macchina che sta bagnando. Ma oggi il problema è tutta la zona, c'è un vento allucinante". Insomma: inutile bagnare per non far sollevare la polvere, c'è il vento che l'asciuga e la riporta in aria. Come avevano denunciato dei residenti della zona, che avevano presentato un esposto: si erano trovati la casa invasa. Pitzalis, di fronte a una contestazione di Farci, che aveva indicato una possibile soluzione che richiedeva un intervento di rullaggio delle zone di transito dei mezzi, dice che non avevano avuto il tempo perché "a noi serve produrre, produrre, produrre". (segue)