CAGLIARI. Un immenso immondezzaio alimentato forse dal pensiero che “tanto ci penseranno gli spazzini a pulire tutto”. È il panorama che ogni domenica si offre a chi passa in via Po, nel quartiere di Sant’Avendrace a Cagliari, al termine del mercatino dell’usato. Bancarelle improvvisate, con vecchi decoder per la tv e macchine per scrivere, scarpe e abiti usati, stemmi di auto e fumetti, fino ad apparecchi per i pagamenti con bancomat. Il tutto, rigorosamente, abusivo.
Il mercatino di via Po è un luogo dove sembra non esistano regole: la contrattazione al ribasso è la costante, spesso anche per la dubbia provenienza della merce. In centinaia ogni settimana nella speranza di possibili acquirenti raggiungono il piazzale di fronte al centro Caritas, alla ricerca del potenziale affare. Ma quel che si avverte fin da subito è la disperazione, sentimento condiviso da chi vende e da chi acquista. C’è anche chi rovista intorno ai cassonetti dei rifiuti, strapieni di vecchi libri, sanitari fatti a pezzi, scatole, cartacce e così via. Una ricerca di qualcosa da riutilizzare che non segue i nobili principi del riciclo, quanto piuttosto i drammatici canoni della povertà. Poi, intorno all’una, ecco gli operatori ecologici: cinque mezzi, otto lavoratori pagati 10 euro l’ora, come straordinario, impegnati a rimettere in ordine nel minor tempo possibile tutta la zona, lasciata in condizioni pietose. Uno spettacolo ormai arcinoto ai cagliaritani, anche se spesso sembra si faccia finta di chiudere gli occhi, come per far sì che il problema non esista.