ARMUNGIA. Ci sono voluti quasi 4 anni, ma alla fine è arrivata la conferma dalle autorità: i resti trovati sul Monte Nerba (Sarrabus) a ottobre del 2020 erano di Luigi Dessì, pensionato 74enne di Armungia. Una risposta con cui si può mettere la parola fine ad una vicenda che si protrae dal 201, quando in estate i familiari di Dessì avevano dato l'allarme per la sua scomparsa. Le forze dell'ordine, ma anche le istituzioni, come l'allora sindaca Donatella Dessì, e tanti volontari non si diedero pace con le ricerche che andarono avanti per diverso tempo.
Le ossa furono trovate nel 2020 da un uomo impegnato nella ricerca di funghi. Da subito fu considerato il nome del pensionato, come possibile identità della vittima. Giovedì, infine, è arrivata la conferma, a sette anni dalla scomparsa dell'uomo e poco meno di quattro dai ritrovamenti dei resti. L'avvocato Piscitelli, presidente dell'associazione Penelope, commenta: "Sono molto legato alla famiglia dello scomparso Luigi Dessi e sono stato vicino a Luisa e a tutti loro. Non posso dire che le ricerche non siano state fatte all'epoca, ma avrei molto da ridire su questa ulteriore tortura inflitta ai familiari che hanno dovuto attendere quasi quattro anni per avere una certezza di identificazione di resti ossei tra cui un cranio. Ritengo tutto ciò inammissibile nel 2024 con le moderne tecnologie di indagine: Penelope si onora della collaborazione della dottoressa Chantal Milani, nota antropologa ed odontologa forense e posso garantirvi che quattro anni sono un tempo abnorme per accertamenti su resti ossei, specialmente un cranio. Comunque per fortuna il caso Luigi Dessi si chiude qui, potrà avere una degna sepoltura e Luisa e gli altri familiari potranno dare inizio finalmente al processo di elaborazione del loro lutto".
Sulle lunghe attese Piscitelli aggiunge: "Gli accertamenti erano stati affidati dal Magistrato ad un consulente esterno che non ha dato risposte per tutto questo tempo e solo lo scorso venerdì il cranio è pervenuto ai Ris di Cagliari che già il mercoledì successivo hanno consegnato le risultanze. Quattro anni per una risposta che i R.I.S. hanno dato in soli quattro giorni e non posso che ringraziarli e sottolineare la loro efficienza, professionalità e, credetemi, conoscendoli sul campo in più occasioni, la loro umanità".