CAGLIARI. Comincia male il nuovo anno per la Sardegna, almeno se si guarda ai dati delle morti sul lavoro: l'Isola è già in zona arancione secondo l'ultimo report dell'Osservatorio sicurezza sul lavoro e ambiente Vega Engineering. Ma cosa significa essere in "zona aracione"? Significa essere tra le regioni con un’incidenza infortunistica "compresa tra il valore medio nazionale e il 125% dell’incidenza media nazionale".
Il commento di Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio, sulla situazione nazionale: “Nel primo mese del nuovo anno l’emergenza rimane e anzi si aggrava con due vittime in più rispetto a gennaio 2023. Così la situazione diventa sempre più allarmante. E ciò che maggiormente colpisce in questa nostra mappatura è, da un lato, l’incidenza di mortalità più elevata tra gli over 65 e, dall’altro, l’elevato numero degli infortuni tra i giovanissimi fino ai 14 anni, che sono oltre il 10% del totale delle denunce di infortunio. E poi c’è il più che significativo dato relativo all’incidenza di mortalità dei lavoratori stranieri: quasi il triplo rispetto agli italiani”.
Con la Sardegna, in zona arancione, ci sono anche Sardegna, Lazio, Piemonte, Liguria e Sicilia. Ma c'è chi sta peggio: in zona rossa Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Marche, Umbria, Abruzzo e Calabria.
Sono 45 le vittime sul lavoro in Italia, delle quali 33 in occasione di lavoro (1 in meno rispetto a gennaio 2023) e 12 in itinere (3 in più rispetto a gennaio 2023). Ancora alla Lombardia va la maglia nera per il maggior numero di vittime (6). Seguono: Trentino-Alto Adige (5), Lazio (4), Piemonte (3), Campania, Sicilia, Marche e Friuli-Venezia Giulia (2), Veneto, Abruzzo, Calabria, Valle d’Aosta, Umbria, Liguria e Sardegna (1).
Oltre la tragedia di Porto Canale a gennaio (QUI LA NOTIZIA) pochi giorni fa è stata riportata la morte di un altro operaio a Olbia. Insomma, la statistica, una volta aggiornata con i dati di febbraio potrebbe peggiorare.