NUORO. Una giovane di vent'anni residente nella provincia di Nuoro ha raccontato di essere stata obbligata dal suo datore di lavoro a effettuare un test di gravidanza, per poi essere licenziata un mese dopo averlo fatto.
La ragazza, che ha segnalato l'accaduto alla Cgil, era stata assunta a novembre da una piccola impresa incaricata dei servizi di pulizia presso un'azienda situata nell'area industriale locale, con un contratto a tempo indeterminato nel settore Multiservizi, superato il periodo di prova di un mese. Tuttavia, a seguito di un malessere, la sua datrice di lavoro le ha imposto di sottoporsi al test di gravidanza sul posto di lavoro, in presenza di due colleghi maschi, minacciandola di licenziamento in caso di rifiuto.
Nonostante il test effettuato in quelle circostanze avesse dato esito negativo, la giovane ha scoperto di essere realmente incinta a metà gennaio, dopo aver consultato una ginecologa della Asl, che le ha prescritto un nuovo test e un'ecografia. A seguito della diagnosi, ha ottenuto un certificato medico che attestava la necessità di un'astensione anticipata dal lavoro per gravidanza a rischio. Dopo aver comunicato la sua situazione all'Inps e all'azienda tramite il patronato Inca Cgil, la ditta ha interrotto il pagamento dello stipendio e l'ha licenziata, adducendo come motivo la sua presunta reticenza nel rivelare la gravidanza, ritenuta incompatibile con le sue mansioni lavorative.
La situazione ha portato la giovane a rivolgersi nuovamente al sindacato, che ha denunciato il caso all'Ispettorato del lavoro di Nuoro, alla Asl locale e all'Inps, sperando in una risoluzione equa di questa ingiusta vicenda. La priorità per la donna ora è garantire il benessere del bambino che porta in grembo.