CAGLIARI. "Renato Soru ha scritto una lettera al direttore de La Nuova Sardegna, Giacomo Bedeschi, Ma La Nuova non l’ha mai pubblicata". Questo l'attacco di Paolo Maninchedda sul blog sardegnaeliberta.it (LINK), secondo cui l'ex governatore e ora candidato alla presidente della regione Sardegna avrebbe scritto al giornale sassarese per replicare all'articolo dedicato ieri alla registrazione del dibattito alla Rai.
Il blog ha così ripubblicato in modo integrale la lettera inviata da Renato Soru:
Gentile direttore,
mi vedo costretto a replicare al suo commento di oggi.
Per evitare di creare ulteriore confusione e altri malintesi, desidero separare con nettezza le due questioni che ha posto sul tavolo e ha cercato, in modo strumentale, di mischiare.
Partiamo dall’episodio in Rai, al quale date oggi grande risalto. I problemi non sono nati in studio, ma con la risposta maleducata e secca (“Non mi rompere le palle”) che il suo cronista ha rivolto alle innocue osservazioni sul giornale del giorno da parte di una persona del mio staff, per altro una donna, prima dell’inizio della registrazione. Avviato il dibattito, il suo giornalista, che aveva posto in assoluta libertà la sua domanda, mi ha interrotto mentre rispondevo e, a dispetto delle rigide regole del programma poco prima illustrate dalla conduttrice, ha cercato di aprire un contraddittorio con me perché mi stavo soffermando su come il sistema dell’informazione si stia comportando in questi giorni. Purtroppo, la discussione è degenerata in un alterco e ha costretto la Rai a interrompere la registrazione.
Vedere in questo episodio di maleducazione un attacco alla libertà di stampa, come lei lamenta nel suo commento, è una forzatura che respingo.
Le confermo subito che ho totale rispetto verso il lavoro e la libertà di ogni singolo giornalista. In questi mesi ho rilasciato decine e decine di interviste, partecipato a dibattiti e trasmissioni televisive, rispettando il ruolo e il lavoro di chi mi poneva le domande. Al tempo stesso, ritengo che la libertà non possa essere a senso unico e chiedo che venga riconosciuta anche la libertà di opinione e di critica di qualunque cittadino, a maggior ragione se concorre per un’importante carica pubblica.
Ho notato in questi ultimi dieci giorni uno sbilanciamento del suo giornale, e di altri media, nello spazio che è dato o sottratto alle notizie e nella forte spinta alla spettacolarizzazione della presenza dei politici nazionali a discapito del nostro dibattito, delle posizioni dei singoli candidati e delle proposte in campo, pur trattandosi delle nostre elezioni, che decideranno chi governerà la Sardegna e non chi prevarrà a Roma.
Ho espresso le mie critiche e sottoposto la questione all’attenzione delle autorità garanti della comunicazioni, per gli eventuali provvedimenti che si rendessero necessari.
A queste parole, Lei oggi replica con un mero conteggio numerico, come se la qualità o la correttezza dell’informazione dipendesse da quante volte un nome viene citato in un intervallo di tempo. Da un giornalista esperto come lei, mi sarei atteso ben altre argomentazioni.
Gentile direttore, conosco il vostro azionariato e comprendo gli orientamenti editoriali. Un giornale ha la libertà di perseguire la linea editoriale che ritiene più opportuna.
Mi sembra tuttavia che si stia esagerando nel favore non dichiarato verso una parte e mi permetto di farglielo notare anche in questa circostanza.
L’informazione è un bene primario della democrazia. Rispetto e rispetterò sempre i diritti e le prerogative della libera stampa. Ma, dal canto mio, continuerò ad esercitare la mia libertà di pensiero e di critica quando ritengo che la stampa non stia adempiendo al suo dovere verso i cittadini.
Buon lavoro
Renato Soru
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