ISILI. "Struttura fatiscente e in evidente stato di abbandono e incuria accumulata negli anni". La denuncia sulle condizioni della casa di reclusione di Isili arriva dal sindacato Uil Pa Polizia Penitenziaria.
Una delegazione, composta dalla segretaria regionale Giamonica Pili e il segretario locale Gian Paolo Piras, ha visitato i luoghi di lavoro della struttura. Sono stati accolti dalla comandante della Polizia Penitenziaria Manuela Cojana che ha fornito dei dati che riassumono una "situazione organica estremamente deficitaria".
"Questo stato di cose rappresenta le contraddizioni di un'amministrazione incapace di valorizzare e incentivare quella che poteva essere una miniera d’oro", scrivono su una nota.
"In tanti fingono di non sapere che nella colonia di Isili sono presenti gli internati, e tra loro, oltre ad essere presenti detenuti di un elevato spessore criminale, ci sono anche diversi che soffrono di patologie di natura psichiatrica con le tantissime problematiche di natura gestionale che questo comporta", spiegano.
"Riteniamo quindi sia folle non incrementare il personale di Polizia Penitenziaria e rivedere urgentemente la pianta organica ministeriale realizzata, a nostro avviso, senza un criterio logico. Il benessere del personale è inoltre un concetto che sembra assolutamente sconosciuto: non esistono alloggi idonei per il personale, la foresteria è fatiscente, le uniche due camere utilizzabili sono fatiscenti ed assolutamente indegne, ed usare questo aggettivo è riduttivo", accusa il sindacato.
"Non va meglio nei locali della mensa, freddi, fatiscenti, dove i bagni non sono differenziati per uomini e donne e versano in condizioni pietose. In alcuni bagni in uso nei vari uffici non sono presenti addirittura i water ma si utilizzano quelli alla turca. Dal punto di vista dell’organizzazione del lavoro, con l’arrivo dei nuovi sovrintendenti c’è urgentissimo bisogno di riorganizzare il lavoro e migliorare il protocollo di intesa locale e questo deve andare di pari passo con interventi strutturali urgentissimi.
È impensabile che una colonia di queste dimensioni che ha un potenziale enorme, sia stata abbandonata in questo modo e ancora sia priva di un direttore che potrebbe incentivarne il rilancio. Ci sono tanti lavori che potrebbero essere realizzati in 'economia', come la costruzione delle fognature per rendere operativa l’edificio recentemente ristrutturato da altro Ministero e riconsegnata all’Istituto che non può però utilizzarla perché nessuno prende l’iniziativa di costruire le fognature. Eppure i mezzi per realizzare i lavori, le risorse ed i detenuti lavoratori per realizzare questi interventi ci sono, che senso ha, parlare di rieducazione, e trattamento se non si impiegano i detenuti nei lavori anche per migliorare le condizioni della struttura? Questo edificio poteva anche essere utilizzato per creare gli alloggi per un direttore o per il comandante oltreché per il personale e magari con un alloggio nuovo e dignitoso si poteva anche trovare un Direttore per dirigere l’Istituto".
Poi l'accusa: "Si preferisce investire in istituti enormi dove il concetto di rieducazione è un'offesa ai dettami costituzionali e si abbandona una colonia penale che ha le enormi potenzialità e potrebbe rispettare i concetti di trattamento previsti dall’ordinamento penitenziario che, per ora, rimangono parole di propaganda della classe politica e del Ministro Nordio", conclude il comunicato.
- Redazione
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