TEMPIO. "Come spesso capita in questi processi, è come se la persona offesa dal reato fosse sul banco degli imputati". Queste le parole dell'avvocata Giulia Bongiorno che difende Silvia, la studentessa norvegese, presunta vittima di violenza sessuale di gruppo al processo Grillo.
L'udienza - che vede imputati Ciro Grillo (figlio di Beppe, fondatore del M5s), Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia - si sta svolgendo oggi a porte chiuse a Tempio Pausania.
Anche oggi la deposizione della principale accusatrice è stata interrotta per via di un suo crollo emotivo.
"È un’udienza in cui naturalmente, facendo il loro lavoro, gli avvocati di controparte stanno facendo una serie di domande di caccia all’errore", ha detto Bongiorno.
"Quindi ci sono domande su come fosse vestita, su precedenti frequentazioni, sulla scuola cattolica, dirette a tratteggiare una personalità che la mia assistita ha sempre respinto".
Secondo la difesa ci sarebbero contraddizioni nelle chat della studentessa e l'amica. "Ci sono delle chat che sono come le scatole nere degli aerei, in cui dice chiaramente che per lei il sesso è sacro, che una cosa è scherzare e avere atteggiamenti amichevoli, ma che le dava fastidio che essendo norvegese veniva considerata come una persona leggera. È una persona che ha avuto dei flirt", ha spiegato la legale di Silvia, "ma per lei il sesso è sacro, sacro, sacro. Oggi si sta parlando della tuta, di come era vestita".
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