CAGLIARI. No a un "accordo spartitorio" a livello nazionale tra i due principali partiti del centrosinistra, il candidato della coalizione venga scelto in Sardegna. Nella discussione interna al centrosinistra per la scelta del prossimo candidato presidente in vista delle elezioni regionali arriva, inaspettata, una lettera indirizzata al segretario regionale del Pd, Piero Comandini. A firmarla è il coordinamento regionale dei Progressisti, partito alleato del Pd.
Il chiaro riferimento riguarda i rumors che si rincorrono sulla stampa su un presunto accordo tra i vertici nazionali di Pd e M5S per la scelta del candidato. Il nome che si fa con più insistenza è quello dell'ex sottosegretaria e vicepresidente del Movimento 5 Stelle, Alessandra Todde.
"Caro segretario - scrivono i Progressisti - aiuta a rimarcare le differenze tra la coalizione progressista e la destra. Rigetta in modo risolutivo l’ipotesi, che da qualche tempo troviamo sulla stampa, di un accordo spartitorio tra i due partiti maggiori dell’alleanza democratica per imporre, in modo burocratico, candidature alle diverse comunità regionali. La Sardegna e i sardi hanno storie antiche di mortificazione, eppure ancora ne subiscono".
"Non sarebbe accettabile - proseguono - l’idea che, mentre la nostra coalizione, così ampia, si riunisce con l’obiettivo di lavorare su un percorso e su scelte condivise, altri in un angolo della Capitale, fuori dal contesto dei problemi sociali e di vita del popolo sardo, ne decidano il destino, le possibilità di rinascita, di emancipazione dai limiti di sviluppo economico e di crescita civile. A noi pare urgente una accelerazione del confronto, decidere su coalizione, programma e metodo di scelta delle candidature, in modo che appaia inequivocabile che la proposta e decisione appartengono ai sardi".
La lettera completa.
"Egr. Segretario,
in queste ultime settimane diversi organi di stampa hanno riportato, correttamente e a fini di informazione, le notizie sull’impegno delle forze democratiche, progressiste, ecologiste, autonomiste e dell’autodeterminazione per definire il perimetro programmatico e politico della coalizione.
Si è rimarcata, più volte, l’ampia articolazione dei soggetti politici coinvolti, la qualità del dialogo sui punti programmatici prioritari e sulle modalità di individuazione consapevole e condivisa delle candidature più rilevanti per le prossime tornate elettorali. Si è sistematicamente ribadito da più parti l’esigenza di attribuire a chi sarà proposta o proposto alla Presidenza della Regione il compito di interpretare al meglio il senso politico dell’alleanza democratica e il valore innovativo del programma, capace di difendere e allargare i poteri dell’Autonomia Speciale, promuovendo la cultura della responsabilità e il valore dei principi di autodeterminazione.
Tutto questo mentre la destra sarda appare succube della politica nord-centrica della Lega, e senza fiatare si digerisce tutto, ad iniziare dalle indicazioni che arrivano da Pontida che, nonostante il certificato disastro di questi ultimi cinque anni, conferma l’attuale Presidente alla guida della Regione. Alla faccia del sardismo e dei sardi.
Caro Segretario, aiuta a rimarcare le differenze tra la coalizione progressista e la destra. Rigetta in modo risolutivo l’ipotesi, che da qualche tempo troviamo sulla stampa, di un accordo spartitorio tra i due partiti maggiori dell’alleanza democratica per imporre, in modo burocratico, candidature alle diverse comunità regionali.
La Sardegna e i sardi hanno storie antiche di mortificazione, eppure ancora ne subiscono. Discriminazioni inaccettabili sul piano dei diritti (basti pensare a quello sulla libera circolazione di persone e merci, all'estensione esagerata delle servitù militari, alla esclusione dalle più rilevanti reti europee dell’energia).
Non sarebbe accettabile l’idea che, mentre la nostra coalizione, così ampia, si riunisce con l’obiettivo di lavorare su un percorso e su scelte condivise, altri in un angolo della Capitale, fuori dal contesto dei problemi sociali e di vita del popolo sardo, ne decidano il destino, le possibilità di rinascita, di emancipazione dai limiti di sviluppo economico e di crescita civile.
A noi pare urgente una accelerazione del confronto, decidere su coalizione, programma e metodo di scelta delle candidature, in modo che appaia inequivocabile che la proposta e decisione appartengono ai sardi.
Cordiali saluti.
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