CAGLIARI. Centinaia di aziende rischiano il fallimento in Sardegna a causa dei crediti incagliati del Superbonus, agevolazione che nel 2022 ha contribuito per oltre il 60% alla crescita del Pil sardo.
È quanto emerge dal Report della Cna Sardegna che lancia l'allarme.
Le imprese rischiano di chiudere dopo lo stop del governo Meloni alla cessione dei crediti e allo sconto in fattura nell'ambito delle agevolazioni edilizie previste dal Superbonus.
Nell'Isola - come nel resto di Italia - i cantieri sono fermi.
"Nel 2022 il ruolo economico dell’incentivo nell’isola è stato decisamente più importante rispetto al resto d’Italia", fa sapere la Cna Sardegna.
"Gli investimenti attivati in Sardegna dal superbonus hanno contribuito alla variazione del PIL per ben 568,7 milioni di euro: 1,8 punti percentuali di crescita su un totale di 2,9 pp. Oltre il 61% della crescita del PIL sardo nel 2022 è da ascrivere a lavori di riqualificazione incentivati col 110% Nel 2022 il valore degli investimenti legati al superbonus nell’isola (30% residui dell’anno precedente +70% di quelli asseverati nell’anno) è stato di circa 1,13 miliardi di euro.
Per i lavori incentivati col superbonus sono stati spesi 832 milioni di euro nel 2022, 264 milioni nel 2021 e 86 milioni nel 2020 Il valore dei lavori asseverati durante il 2022 è stato di 1,44 miliardi, 412 milioni il valore di quelli relativi al 2021 e circa 130 il valore di quelli del 2020.
Gli 832 milioni di euro di investimenti del 2022 hanno attivato circa 6.670 occupati nel settore delle costruzioni (considerando costruzioni e indotto diretto e indiretto si arriva a circa 12.600 occupati) Porcu e Mascia (CNA): a un mese dall’avvio del tavolo a Palazzo Chigi non si registrano progressi significativi".
Per questo "serve una soluzione urgente - il governo metta in campo l’intervento di un acquirente pubblico di ultima istanza coinvolgendo le grandi imprese partecipate e consentendo agli Istituti di Credito di utilizzare gli F24 per compensare i crediti maturati dalle imprese", si legge.
"Queste stime indicano come in Sardegna nello scorso anno il ruolo economico del superbonus sia stato decisamente più importante di quanto registrato al livello nazionale.
Nell’ultimo biennio l’allargamento degli incentivi per la riqualificazione edilizia ha sospinto l’attività nel settore delle costruzioni regionale. L’introduzione del cosiddetto super-ecobonus tramite il decreto-legge 34/2020 “decreto rilancio” e successive modifiche ha previsto l'innalzamento al 110% dell’aliquota di detrazione fiscale per le spese sostenute dal primo luglio 2020 per interventi di efficienza energetica e sicurezza antisismica. In particolare, la possibilità di cessione del credito di imposta, poi estesa agli altri incentivi (ecobonus, bonus ristrutturazioni, bonus facciate), ha liberato una grande quantità di risorse, alimentando la spesa per investimenti e l’attività edilizia. Limitandosi al superbonus, in Sardegna il numero di lavori interessati è stato enorme e la spesa necessaria per la loro realizzazione ha sostenuto sia la crescita dell’economia regionale, sia l’occupazione".
“A un mese dall’avvio del Tavolo a Palazzo Chigi non si registrano progressi significativi - commentano Francesco Porcu e Antonello Mascia, rispettivamente segretario regionale della Cna Sardegna e presidente di Cna Costruzioni –. Anche in Sardegna registriamo una situazione esplosiva, con centinaia di imprese che avendo terminato la liquidità devono sospendere l’attività fermando i cantieri, accumulando ritardi nei pagamenti ai dipendenti. Senza una soluzione immediata lo spettro è il fallimento; il Governo metta in campo - come richiesto dalla Cna e dalle altre organizzazioni datoriali - concludono Mascia e Porcu – l’intervento diretto di un acquirente pubblico di ultima istanza anche coinvolgendo le grandi imprese partecipate e consentendo agli Istituti di Credito di utilizzare gli F24 a compensazione dei crediti maturati dalle imprese".
- Redazione
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