PORTOVESME. Hanno trascorso la seconda notte in cima alla ciminiera dell'impianto Kss i 4 lavoratori della Portovesme che si sono asserragliati per protesta contro il caroenergia e lo stop degli impianti della metallurgica. A rischio 1.300 buste paga. "Abbiamo deciso di continuare la lotta e assistere dalla ciminiera al tavolo convocato dal Mimit. Ci riserveremo di nuove valutazioni a seguito dell'esito della riunione stessa. La lotta per l' energia e per il lavoro continua". Il tavolo urgente è convocato domani.
Intanto i licenziamenti sono stati bloccati e convertiti in cassa integrazione. Una soluzione che però non piace ai lavoratori.
"Le procedure di Cassa Integrazione sono partite mettendo addirittura in taluni casi i lavoratori gli uni contro gli altri, come si è potuto constatare in questi giorni negli appalti, anello debole del sistema produttivo che andrebbe maggiormente tutelato così come i lavoratori somministrati", scrivevano due giorni fa in una nota. "Di fronte a nessuna condotta risolutiva siamo costretti a mettere in campo un’azione rilevante per porre al centro la vertenza energia, in quanto la soluzione non può essere la mortificante cassa integrazione".
L'intesa per gli ammortizzatori sociali è stata siglata con i sindacati. La cassa integrazione a rotazione è partita ieri per 550 dipendenti.
"Dopo una lunga e approfondita valutazione della situazione di crisi, dopo aver sentito le segreterie di categoria e la Rsu di fabbrica, visti gli innumerevoli incontri registrati negli ultimi 15 mesi che non hanno portato a nessun risultato tangibile, abbiamo deciso di continuare la lotta ed assistere alla riunione di venerdì convocata dal ministero dall'interno della ciminiera. Ci riserveremo di fare nuove valutazioni a seguito dell'esito della riunione stessa - dicono i lavoratori - La lotta per l'energia e per il lavoro continua".