CAGLIARI. "Girano armati con tirapugni, coltelli e martelletti frangivetro dei bus". Secondo Luca Pisano, psicologo e direttore dell'Osservatorio Cybercrime Sardegna, questo sarebbe "il set da guerra" - così lo definisce - di molti giovani della città metropolitana di Cagliari.
"Hanno paura ed è comprensibile. Qualcuno per aggredire, molti per difendersi, acquistano (anche online) tirapugni e coltelli, oppure rubano nei bus dell’Arst e del Ctm di Cagliari i martelletti d’emergenza", denuncia Pisano, "Numerosi fattori di rischio spiegano il fenomeno dei giovanissimi che girano armati per sentirsi sicuri: la dispersione scolastica, gli anti-eroi del mondo digitale che sponsorizzano la criminalità (tra cui alcuni Youtuber, Trapper, Serie TV, Anime), la crisi della famiglia e della società, l’assenza di politiche giovanili".
Ma secondo Pisano l'indifferenza è "il fattore di rischio più rilevante". "Ragazzi che fanno finta di niente perché non sono stati educati a reagire, è meglio farci gli affari nostri, è pericoloso denunciare chi gira armato”, adulti che devono minimizzare per non avvertire sensi di colpa , “è sempre stato cosi, oppure “la colpa è della pandemia”. Entrambe le reazioni sono purtroppo la manifestazione dell’indifferenza, il “peso morto” (direbbe Gramsci) di questa triste storia":
Non una moda né un piccolo problema, quella del girare armati, dice Pisano , ma "un grave sintomo di disagio psichico, l’altra faccia dell’autolesionismo o del tentativo di suicidio, perché il bisogno di portare armi oppure usarle per farsi male segnala innanzitutto l’angoscia di stare con se stessi e con gli altri". Con chi parlarne quindi? Si deve soprattutto "a scuola e in famiglia". Da qui l'appello ai genitori: "Se ci sono dubbi, è meglio controllare la camera degli adolescenti: se si trovano armi, è consigliabile contattare un’unità di neuropsichiatria infantile o di psicoterapia".