SASSARI. "Stavo andando al lavoro a Giave, quindi ero quasi arrivata al bivio. I banditi all'improvviso sono arrivati e mi hanno tagliato la strada". Inizia così il racconto della 30enne di Ozieri, Serena Contu, raggiunta al braccio da un proiettile durante la sparatoria di ieri mattina nell'assalto al portavalori sulla statale 131. Nella testimonianza raccolta da Teleregione Live: "La prima macchina non l’ho vista, ho visto solo l’Alfa 147 rossa: da lì sono scesi almeno in 5, tutti vestiti uguali, tutti con passamontagna, giacca militare e scarponi. Hanno iniziato a sparare al furgone. E uno di noi dalle auto dietro ha detto: “Via, via, spostatevi indietro”".
"Io e altri pensavamo fossero dei militari", dice la giovane, "quindi abbiamo fatto tutti retromarcia. Ci siamo parcheggiati, vedevamo fumogeni e sentivamo gli spari. Siamo scesi dalle auto e in quel momento ho sentito gli spari e subito un dolore forte al braccio. Li ho rivisti mentre scappavano e sparavano dal finestrino dell’auto ad altezza uomo. Credo abbiano fatto una decina di spari e sono fuggiti. Poi ho pensato: cavolo mi continua a fare male il braccio. E lì mi dicono: guarda che hai sangue, hai il piumino bucato. Il proiettile era entrato da dietro e si era fermato sottopelle".
Secondo Francesco Cudoni, direttore dell’unità operativa di Ortopedia e Traumotologia dell’Aou di Sassari, "a distanza di pochi centimetri il proiettile avrebbe potuto perforare il torace della donna e compromettere organi più importanti".
"Ora sono contenta che mi sia andata bene", dice la trentenne.