CAGLIARI. Sulla Terra sta cadendo un razzo cinese lanciato il 31 ottobre e nella traiettoria c'è anche la Sardegna. L'avviso arriva direttamente dall'agenzia spaziale italiana (Asi), che ha informato il dipartimento della Protezione civile delle possibilità che "il terzo modulo della stazione spaziale Tiangon" finisca da qualche parte sul territorio nazionale e in particolare sulla Sardegna e sulle altre regioni centro-meridionali.
È tutto scritto in una nota, diramata dalla Regione, in cui si legge che "dopo il lancio, il secondo stadio del vettore è stato lasciato in un’orbita bassa da cui sta decadendo in atmosfera. E la Sardegna sulla base del bollettino n. 5 in corso di emanazione (i cui contenuti sono stati anticipati dall’Asi nel corso della videoconferenza appena terminata) domani mattina sarà interessata da due traiettorie. Al momento la finestra più probabile per il primo passaggio è centrata sulle ore 8:29 ora locale e quella più probabile per il secondo passaggio è centrata alle ore 10:00 ora locale. Col passare delle ore questi orari potrebbero risentire di una anticipazione così come riferito dall’Asi, che monitorerà la situazione e se del caso farà uscire un bollettino n. 6 intorno alle 2:00-2:30 del mattino di domani se disporrà di dati aggiornati".
Nella nota si legge che "in linea con le raccomandazioni già divulgate dal Dipartimento nazionale di protezione civile in occasione dei precedenti rientri incontrollati in atmosfera si ricorda che eventi di questo tipo e casi reali di impatto sulla Terra, e in particolare sulla terraferma, sono assai rari e pertanto non esistono comportamenti di autotutela codificati in ambito internazionale da adottare a fronte di questa tipologia di eventi, tuttavia, sulla base delle informazioni attualmente rese disponibili dalla comunità scientifica, è possibile fornire, pur nell’incertezza connessa alla molteplicità delle variabili, alcune indicazioni utili alla popolazione affinché adotti responsabilmente comportamenti di autoprotezione qualora si trovi nei territori potenzialmente esposti all’ impatto:
1. è poco probabile che i frammenti causino il crollo di edifici, che sono da considerarsi più sicuri rispetto ai luoghi aperti. Si consiglia, comunque, di stare lontani dalle finestre e porte vetrate;
2. i frammenti impattando sui tetti degli edifici potrebbero causare danni, perforando i tetti stessi e i solai sottostanti, così determinando anche pericolo per le persone; non disponendo di informazioni precise sulla vulnerabilità delle singole strutture, si può affermare che sono più sicuri i piani più bassi degli edifici;
3. all'interno degli edifici i posti strutturalmente più sicuri dove posizionarsi nel corso dell'eventuale impatto sono, per gli edifici in muratura, sotto le volte dei piani inferiori e nei vani delle porte inserite nei muri portanti (quelli più spessi), per gli edifici in cemento armato, in vicinanza delle colonne e, comunque, in vicinanza delle pareti;
4. è poco probabile che i frammenti più piccoli siano visibili da terra prima dell';impatto;
5. alcuni frammenti di grandi dimensioni potrebbero sopravvivere all'impatto e contenere idrazina (*). In
linea generale, si consiglia a chiunque avvistasse un frammento, senza toccarlo e mantenendosi a una
distanza di almeno 20 metri, di segnalarlo immediatamente alle autorità competenti.
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