CAGLIARI. La regione più sicura in cui lavorare? È la Sardegna: da quattro anni è in zona "bianca", la fascia con meno morti bianche. È quanto sostiene l'osservatorio sicurezza sul lavoro Vega, che analizza il rischio di mortalità sul lavoro in Italia con una mappa a colori. E i numeri sono sempre più allarmanti per gran parte delle regioni, fatta eccezione per la Sardegna.
I decessi sono cresciuti a livello nazionale del 164% rispetto allo scorso anno. E negli ultimi quattro anni (dal 2019 al 2022) le incidenze di mortalità più elevate e quindi più presenti in zona rossa sono arrivate da Molise, Trentino Alto Adige e Abruzzo.
Una tragica quotidianità lavorativa quella che emerge dal ritratto dell'osservatorio, che però esclude in un certo senso l'Isola, la regione che non ha mai abbandonato la zona bianca nei primi semestri degli ultimi quattro anni. L’Osservatorio sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre calcola l’indice di incidenza di mortalità rispetto alla popolazione lavorativa, cioè il rischio reale di morte.
Il rischio più elevato di morte viene rilevato tra gli over 65, con un’incidenza di mortalità sempre sopra la media nazionale. Significativa l’incidenza di mortalità tra i giovanissimi (15-24 anni) più che tra i trentenni. I giovanissimi (15 – 24 anni) sono anche quelli che fanno rilevare l’incidenza maggiore nel totale di denunce di infortunio (mortali e non mortali).
Nei primi semestri degli ultimi tre anni è il lunedì il giorno della settimana in cui si è verificato il maggior numero di infortuni mortali sul lavoro in Italia. Per la precisione, nel primo semestre del 2019 il 21% del totale degli infortuni mortali sono avvenuti di lunedì, nel 2020 il 23%, nel 2021 il 21%. Invece, nel primo semestre del 2022 il martedì è il giorno in cui si registra il più elevato numero di infortuni mortali sul lavoro (19%).