CAGLIARI. A Cagliari è scontro fra la Chiesa e la agenzie funebri sul luogo in cui devono essere celebrate le messe delle esequie dei defunti. A sollevare la polemica il vicario generale della Diocesi, don Ferdinando Caschili.
Nei giorni scorsi ha inviato una nota alle agenzie "rammentando che il luogo naturale è la parrocchia d’appartenenza del defunto o altra chiesa parrocchiale, e che pertanto, prima di tutto, devono essere contattati i parroci". Invece, scrive, "ricevo da più parti notizia che quest’indicazione non solo non viene tenuta presente, ma che le agenzie stiano diffondendo la voce che le esequie nelle parrocchie non si possono celebrare e che pertanto tutti i riti si svolgono in cimitero. Chi avesse riscontri in tal senso è pregato di darne comunicazione", è l'appello lanciato attraverso il sito della parrocchia.
Per il prelato, quindi, i rappresentanti delle pompe funebri avrebbero preso l'abitudine di richiamare le regole in vigore durante il peggiore periodo dell'epidemia, quando c'era il numero chiuso e si consigliavano le celebrazioni all'aperto in cimitero, ora a discapito delle singole parrocchie.
La polemica è rilanciata da don Alessandro Simola, parroco di Sant'Avendrace: "Abbiamo contezza che anche nella nostra parrocchia di Sant'Avendrace molte esequie di parrocchiani deceduti sono state celebrate in cimitero su esplicita indicazione delle agenzie funebri", è la dichiarazione d'accusa, "Ribadisco pertanto che nelle parrocchie non esiste alcun divieto alla celebrazione delle esequie, che non esistono limitazioni di posti nelle chiese e che il luogo pastorale più idoneo alla celebrazione delle esequie è la chiesa parrocchiale quale sede della comunità cristiana alla quale il defunto apparteneva":