CAGLIARI. Città di mare, al centro di tutte le rotte del Mediterraneo. Ma Cagliari è tagliata fuori dai canali commerciali: il traffico delle merci al porto canale crolla di anno in anno. Conseguenza? Settecento famiglie che lavorano sopra e intorno alle banchine vedono un futuro nero.
Le carenze delle infrastrutture del porto canale di Cagliari
Qualche dato, per capire la drammaticità del fenomeno. All'inizio del 2017 era emerso il confronto fra i dati del 2016 e quelli dell'anno precedente: si era passati dai 686 mila Teu (la misura standard di volume dei container) trasportati nel 2015 ai 671 mila transitati nello scalo di Macchiareddu l'anno dopo. Ora è peggio, molto peggio. I numeri sono quelli forniti da Eurokai, al cui interno figura anche Contship Italia, il gruppo che lavora su Cagliari: tra gennaio e settembre del 2016 sono transitati a Cagliari 486.456 Teu (e già, come detto, erano in calo), nello stesso periodo del 2017 sono stati 350.131.
Cifre che danno l'idea del dramma. Sottolineato anche dall'ammiraglio Giuseppe De Giorgi, già capo di Stato maggiore della Marina: "Sta crollando il trasporto delle merci al porto canale cagliaritano di Macchiareddu. Secondo i dati ufficiali riportati da Eurokai (al cui interno figura anche Contship Italia) il calo è stato del 28% confrontando i primi nove mesi del 2016 con lo stesso periodo del 2017, spiega, "Quanto sta avvenendo a Cagliari non può che preoccupare i sindacati per le ripercussioni che potrebbero esserci per l'occupazione in questo settore". La mobilitazione è già partita, in questa città che molto spesso dà le spalle al mare se non si tratta di sfruttarlo per il turismo (e anche qui le carenze sono tante, ma questa è un'altra storia). Su Facebook è nata una pagina, Salviamo il porto canale di Cagliari, i cui gestori sono anonimi perché temono ripercussioni. Così dicono, e anche di questo c'è da preoccuparsi.
Prosegue l'ammiraglio De Giorgi: "Secondo la Cgil sarda, da Roma sarebbero arrivati precisi input per non vedere ancora penalizzata la Sardegna. Occorre cioè mantenere e rinforzare la specializzazione nel campo del packaging e dei semilavorati, in modo da attrarre in Sardegna le grandi compagnie. Altrimenti i porti del Nord rimarranno da un punto di vista logistico nettamente avvantaggiati, per il loro essere collegati con le ferrovie europee e dunque senza un vero rilancio del porto di Cagliari la situazione potrebbe ulteriormente precipitare".
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