CAGLIARI. Contributi agli eventi di spettacolo che attirano i turisti, è di nuovo scontro fra Paolo Fresu e l'assessore regionale al Turismo Gianni Chessa. Il musicista di Berchidda, patron della storica manifestazione "Time in Jazz", a suon di ricorsi è riuscito a far annullare la ormai "famigerata" assegnazione dei contributi attraverso il click day: i soldi erano andati a chi era stato più veloce a presentare la domanda. Tar e Consiglio di Stato gli hanno dato ragione e adesso la questione è in mano a un commissario ad acta, nominato dai giudici.
Ora Fresu torna all'attacco e critica la rimodulazione dei contributi con l'attuale bando: "Ai cartelloni delle manifestazioni dello spettacolo e della cultura sono concessi 400.000 euro annui a fronte dei già esigui 700.000 dell’ormai famoso click day del 2020", spiega il jazzista, "mentre sono stati concessi 750.000 euro al cartellone delle manifestazioni di turismo esperienziale e 1.700.000 al cartellone di quelle folkloristiche e tradizionali. Non spetta a noi discutere il valore delle manifestazioni né l’incidenza turistica, economica e di immagine dentro e fuori la Sardegna", precisa, per poi dire: "Possiamo invece discutere sull’esiguità della cifra destinata alle manifestazioni culturali e di spettacolo e sulle regole incomprensibili e inaccettabili attraverso le quali se ne stabilisce il valore".
Insomma: Fresu vede sminuita l'importanza della musica dagli uffici del Turismo. Così chiede che l'assessorato non utilizzi la sua immagine - come succede sul sito istituzionale, dove è riportata una sua foto "perché lo slogan altisonante di una Sardegna estiva a suon di musica non collima con la volontà di sostenerla".

La risposta di Chessa arriva a stretto giro, dalle colonne de L'Unione Sarda: "Fresu non faccia domanda di contributi, e a quel punto non apparirà sui siti istituzionali", replica l'assessore, "Ma finché partecipa, gli uffici possono utilizzare la sua manifestazione finanziata per promuovere il turismo nell'Isola. Io alla cultura complessivamente sto dando ben 4,6 milioni di euro, e per me la cultura è quella identitaria, delle tradizioni, le launeddas, la chitarra e i canti a tenore. Non jazz e tromba".