CAGLIARI. Ci avevano pensato con largo anticipo, in Areus, a organizzare le postazioni del 118 nelle località balneari della Sardegna. Peccato che non siano attive. E dovevano esserlo dal 15 giugno. Due sono previste anche al Poetto.
Il fato, in quanto tale, è imprevedibile, ma chissà come sarebbe andata a finire per Alberto Matta, di Ussana, morto dopo un malore in acqua all'Ottagono venerdì mattina: i medici accorsi hanno fatto di tutto per salvarlo ma i tempi di intervento, in casi come quello, possono essere fondamentali.
Due quad, uno sul versante quartese e l'altro su quello cagliaritano del Poetto, con due soccorritori, il Dae, la barella e l’attrezzatura di soccorso: questo è previsto nel bando con la manifestazione di interesse indetta dall'Areus per "l'affidamento delle postazioni del 118 individuate nel piano territoriale per il potenziamento estivo del servizio di emergenza-urgenza per l'anno 2022".
Le coop e le associazioni interessate avrebbero dovuto operare per 12 ore al giorno, dalle 8 alle 20, a partire dal 15 giugno. Ci sono poi, o dovrebbero esserci, altre postazioni: a Costa Rei, a Solanas, ma anche a Porto Pino, a Maladroxa a Sant'Antioco, a Gonnesa e a Torre dei Corsari. Solo per stare nel sud della Sardegna.
Nessuno dei servizi risulta affidato, anche se tutto doveva partire tra giorni fa. L'Areus non ha ancora definito le procedure. Stando a quanto trapela, alcune associazioni hanno presentato in ritardo la documentazione. Ma altre hanno rispettato i tempi. Non hanno allestito i presidi le prime, ma nemmeno le seconde. Mentre la stagione balneare è già nel vivo. E le spiagge sono piene.
Intanto a Cagliari c'è chi fa da sé: il ristorante pizzeria "Al Poetto", di via Ischia si è dotato del defibrillatore pubblico e forma il personale alle manovre di rianimazione cardiopolmonare.
La firma della collaborazione progettuale è stata affidata alla imprenditrice sarda Simona Buono. "Con Simona ci conosciamo da tempo – hanno detto i proprietari del locale – è una grande lavoratrice, professionale e brava. E poi promuove la cardioprotezione su scala nazionale da oltre 10 anni. L'abbiamo preferita a tutti gli altri per noi rappresenta il top".
Ma da dove nasce l'idea di cardioproteggere un locale come un ristorante e pizzeria? "Nasce dal concetto di sicurezza – hanno detto – perché per noi è assurdo che posti che prevedono un grande flusso di gente non abbiano l'obbligo di legge di dotarsi di un macchinario salvavita che tutti possono utilizzare. Certo, per fortuna non è mai successo niente, ma pensiamo sia un gesto di utilità sociale per tutta la comunità".