CAGLIARI. “È mia intenzione chiedere al presidente Draghi, prima che dalla Sardegna emerga una posizione condivisa, di non emanare alcun decreto che imponga e faccia calare dall'alto le scelte sull’energia in Sardegna. Coinvolgerò tutte le forze sindacali e le Università, per cercare insieme una nuova via e la soluzione ad una visione mortificante e penalizzante per la nostra terra”.
Le dichiarazioni del presidente della Regione Christian Solinas, che ha parlato ieri durante il congresso della Cisl - riferendosi al decreto sul contenimento dei costi dell’energia - ha lasciato perplessi i sindacati che chiedono accelerare il processo di metanizzazione dell'Isola.
“Il Dpcm deve andare avanti e iniziare a produrre effetti, perché non possiamo aspettare che il metano arrivi in Sardegna”, dice Marco Nappi segretario regionale di Femca Cisl.
“Con il caro energia dobbiamo affrontare una transizione senza un gas naturale, non sappiamo dove iniziare, in Sardegna abbiamo solo gas di sintesi”
Intanto arriva dichiarazione dell’assessore dell’Industria Anita Pili che questa mattina, al termine dell’incontro (in videoconferenza) con il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani ha detto:
“Dobbiamo accelerare il processo verso modelli di produzione e consumo sostenibili con l'obiettivo dell’autonomia energetica”.
Per quanto riguarda le modalità attuative dei due interventi l’assessore ha evidenziato alcuni punti critici: l’assistenza tecnica e la possibilità di rendicontare alcune spese; la cumulabilità con altri programmi e risorse regionali; le conseguenze dell’inadempienza.
Per Anita Pili la Regione Sardegna rivendica un ruolo da protagonista nella transizione energetica ed è urgente arrivare ad una configurazione chiara e funzionale alle esigenze della nostra comunità regionale.
“Sono d’accordo con Anita Pili perché dà spazio anche alle nostre posizioni", aggiunge Nappi.