CAGLIARI. "Mia mamma trattata come fosse un animale da medici e infermieri". La denuncia arriva da una giovane cagliaritana, che racconta con rabbia il trattamento ricevuto da sua madre durante una visita all'interno del reparto di endoscopia del Policlinico universitario di Monserrato. Una gastroscopia che si è trasformata in un incubo per la paziente. "Durante tutta l'operazione mia madre - che non era stata adeguatamente sedata - è rimasta vigile e ha sofferto terribilmente: nonostante le palesi lamentele è stata tenuta ferma da due infermieri in maniera così brutale da riportare forti dolori in tutta la parte alta del corpo, al petto, alle spalle e al braccio sinistro", racconta la figlia.
Un trattamento inaccettabile, secondo i familiari della paziente. Tanto che la denuncia arriva dritta al direttore di servizio dell'Azienda ospedaliera universitaria di Cagliari e all'assessorato regionale alla Sanità. Nelle foto allegate, gli occhi della donna, con i capillari scoppiati: "emorragie internamente ed esternamente", si legge nella denuncia firmata dalla figlia. "Mia madre è stata martoriata ed è sotto shock: dopo le mie proteste e richieste di assistenza e di antidolorifici, le è stato eseguito un elettrocardiogramma e dopo un veloce controllo alla cartella clinica è stata mandata a casa", continua. E la donna annuncia che agirà per vie legali contro i responsabili: "È inaccettabile che questa sia la professionalità, la capacità e l'empatia insegnata a specializzandi e giovani medici".
"Capisco il disappunto della figlia, però parlare di maltrattamenti non è corretto". Dopo la denuncia arriva però la replica di Giuseppe D'Alia, responsabile del reparto di endoscopia diagnostica operativa del Policlinico universitario di Monserrato. "La signora ha avuto tutta l'assistenza che doveva avere - spiega D'Alia - e, come risulta dalla documentazione clinica, le è stata somministrata la dose standard che ricevono tutti i pazienti: purtroppo ogni persona ha una sensibilità diversa e sono dispiaciuto del disagio subito dalla paziente. Nego però con forza i maltrattamenti, la collega è un bravo medico che io stimo e non merita assolutamente la gogna mediatica".