CAGLIARI. Scuole chiuse fino al 30 gennaio del Cagliaritano, con ritorno alla didattica a istanza, o no? Questa la domanda sorta da ieri sera, dopo che su centinaia di smartphone sono stati inoltrati dei documenti (che dovevano rimanere "riservati") che facevano parta della corrispondenza tra Ats, prefettura di Cagliari, ufficio scolastico regionale, ministero dell'Istruzione e assessorato regionale alla Sanità. La risposta al momento è: non si sa, perché niente è stato deciso.


La vicenda inizia il 27 dicembre, lunedì. Antonio Frailis, direttore della struttura complessa di Igiene pubblica del sud Sardegna (che comprende le aree di competenza di Cagliari, Carbonia e Sanluri), scrive alla prefettura, all'assessorato e all'ufficio scolastico regionale. In sintesi, dice: il virus sta circolando in modo massiccio tra i ragazzi tra i quali la copertura vaccinale è più bassa, in alcuni centri (Capoterra, Fluminimaggiore e Villaputzu) è stato necessario sospendere le lezioni, non si conoscono i reali effetti della diffusione della variante Omicron e in queste condizioni è difficile garantire il tracciamento dei contatti degli eventuali studenti positivi. Quindi, per arginare il fenomeno, "si chiede di valutare l'opportunità di disporre l'interruzione delle attività didattiche in presenza nelle scuole di ogni ordine e grado per tutto il mese di gennaio 2022, anche al fine di poter garantire una più rapida attività di tracciamento".
Una proposta, quindi, in controtendenza rispetto alla linea ministeriale che prevede di esperire ogni tentativo per scongiurare il ritorno alla didattica a distanza. Nessuno dei destinatari fino a ieri a tarda sera aveva fornito un riscontro: nessuna decisione, quindi, è stata presa.


Nella serata di ieri, quindi due giorni dopo la richiesta di Frailis, il prefetto Tomao ha rilanciato chiedendo lumi. I destinatari sono tre ministeri (Interno, Salute e Istruzione), l'assessore regionale alla Sanità Mario Nieddu, il commissario Ats Massimo Temussi e il direttore dell'ufficio scolastico regionale Francesco Feliziani.
Tomao chiede di "far conoscere gli eventuali provvedimenti di competenza". E per ora la vicenda si ferma a questo punto. Migliaia di studenti, con le loro famiglie, aspettano (anche loro) di sapere come andrà a finire.