TEULADA. Doveva essere un confronto per chiarire, ha ammesso l'assassino. Si è trasformato in un omicidio. Un atto di cieca violenza. Questo, a quanto si apprende, emerge dall'autopsia sul corpo di Alessio Madeddu, lo chef di 52 anni di Teulada ucciso mercoledì sera nel suo ittiturismo Sabor'e mari di Porto Budello, a Teulada. La mano assassina è quella del reo confesso Angelo Brancasi, panettiere di 43 anni di Sant'Anna Arresi: la moglie lo tradiva da qualche tempo con Madeddu, ha raccontato agli inquirenti, e lui voleva vendicarsi. Meglio: ai carabinieri che lo hanno interrogato ha detto di essersi presentato dal rivale perché "voleva chiarire".
Ma con sé - e ancora non è stato chiarito se se lo fosse portato dietro - aveva un coltello, che ha gettato vicino allo stagno durante la fuga. E con quello ha colpito più volte Madeddu. Ma dagli approfondimenti effettuati dal medico legale Roberto Demontis sarebbe emerso anche che la vittima avesse il cranio fracassato: conseguenza dei colpi violenti contro un masso. Quella che emergerebbe quindi, in attesa che le risultanze dell'autopsia vengano riversate su un rapporto, è una violenza dettata dalla gelosia. E i particolari del delitto che ha sconvolto due comunità e distrutto due famiglie, forse, potrebbero emergere solo durante il processo. Perché Brancasi. dopo le prime ammissioni, potrebbe decidere di trincerarsi dietro il silenzio.