CAGLIARI. Una manifestazione per dire no al green pass per gli insegnanti. Chiedere meno alunni per ogni classe, così come annunciato dal governo, e meno precariato. Il sistema dei concorsi non funziona. In estrema sintesi sono le rivendicazioni portate in piazza Garibaldi questa mattina dai sindacati di base che hanno aderito allo sciopero nazionale.
Cagliari ha fatto sentire la sua voce mettendo in primo piano l’istruzione. Arrivano anche al mondo universitario. “Anziché mettere fondi pubblici a garanzia dell’Università su tutto il territorio nazionale, si mettono dei fondi a condizione che ci siano progetti con le imprese”, dice uno studente che oggi ha deciso di sfilare tra le vie della città, “non si sviluppa la ricerca, questo è un governo filopadronale”.
“Con anche 26 alunni per classe, come si fa?”, si chiede un‘insegnante che tiene in mano un cartello con su scritto “più scuole, meno alunni/e per classe, più insegnanti”, “in tempi di pandemia era stato promesso che le classi sarebbero state massimo di 15 in presenza, così non è stato”.
E mentre chi lotta anche per il precariato sostenendo che “ci sono docenti che anche da 15 anni vivono una situazione di precariato, oggi i concorsi sono nozionistici, non contemplano l’esperienza”, Nicola Giua, dei Cobas Sardegna, è il portavoce di tutte le rivendicazioni del mondo della scuola portate oggi in piazza.
“La scuola è iniziata male, abbiamo la mascherina anche per 5 o 6 ore al giorno, non è stato fatto niente sui trasporti, gli organici sono ridotti, e neanche sull’edilizia scolastica”. Giua tocca anche il tema green pass: "Siamo stati gli apripista, ma siamo assolutamente contrari, da venerdì ci saranno sicuramente molti problemi, è un obbligo vaccinale mascherato, un assoluto ricatto.