CAGLIARI. La Sardegna ha il secondo indice Rt più basso d’Italia: secondo le tabelle della cabina di regia del governo il valore che indica il tasso di replicabilità del virus si attesta a 0,74. Meglio solo il Molise, con lo 0,52.
Un parametro, questo, che non viene più tenuto in considerazione per l’applicazione di eventuali restrizioni. Ma lascia ben sperare per l’immediato futuro: il dato indica che forse l’Isola potrebbe andare incontro a una discesa del numero dei contagi, che negli ultimi giorni hanno viaggiato intorno a una media di 400 al giorno.

E se questa è una proiezione, ci sono i numeri reali. Quelli che per un soffio hanno lasciato la regione in zona bianca. Oggi 343 ulteriori casi, con 24 posti letto occupati in terapia intensiva (uno in meno rispetto a ieri) e una crescita di cinque del numero di pazienti ricoverati ma giudicati non gravi: oggi sono 233. A 240 si raggiunge la soglia critica del 15% di occupazione, con la condanna alla zona gialla.
Per evitarla, l’Isola deve sperare che l’onda lunga dei numerosi positivi delle ultime settimane non vada ad abbattersi sugli ospedali e che abbia esaurito la sua forza, come indicherebbe l’Rt: quest’indice viene calcolato attraverso un algoritmo che parte dal numero di sintomatici. Ossia di quelli che rischiano di finire in ospedale. Se la previsione dovesse essere confermata la curva dei positivi dovrebbe abbassarsi e portarsi dietro anche quella dei ricoveri.
La Sardegna potrebbe sperare di ricominciare a respirare. Mentre oggi si contano altre tre vittime. Son un cinquantenne, un ottantatreenne e una settantaquattrenne: erano tutti residenti nel Cagliaritano.