CAGLIARI. Mattina. Sera. Notte. Non cambia. Ambulanze in fila. Pazienti in attesa. Operatori del 118 stremati, costretti ad attese la cui durata è imprevedibile. Sei ore. Ma anche 12. O più. Giornate trascorse all'esterno dei pronto soccorso degli ospedali di Cagliari. Brotzu, Policlinico, Santissima Trinità: scene drammaticamente uguali, a rotazione. Il paziente arriva e, salvo che non sia in imminente pericolo di vita, prima di essere visitato deve aspettare l'esito del tampone. Esce l'operatore, infila il test nel naso. E incomincia il limbo, estenuante per tutti. Per chi sta male e per chi lo assiste.
L'equipaggio del 118 che monta risponde alla chiamata, effettua il trasporto in ospedale - se considerato necessario - e il turno prosegue lì. A volte finisce, anche, tanto è lunga l'attesa. È successo ieri, uguale a oggi, e si ripeterà domani.
Pazienti Covid e no: il sistema si blocca nei piazzali degli ospedali. Come stasera, al Santissima Trinità, nella notte di San Lorenzo: sette ambulanze per sette pazienti. Alle 23. Altre arriveranno nelle ore successive. A ciclo continuo.