CAGLIARI. "Ci sarebbe da essere contenti per una notizia del genere: questa condanna darebbe ragione alla protesta del latte nel febbraio 2019. Ma quando vai a vedere gli importi delle multe ti viene da ridere, se pensiamo che quella protesta è costata 1000 denunciati che saranno processati e ognuno di loro anche se gli va bene avrà spese molto più alte di queste multe, per non parlare di chi verrà condannato".
Gianuario Falchi era uno dei portavoce della protesta dei pastori sardi del 2019. Commenta così la notizia delle sanzioni dell'Antitrust comminate a sei caseifici sardi che hanno adottato pratiche commerciali scorrette nei confronti di centinaia di allevatori (QUI TUTTI I DETTAGLI) nell'annata 2018-2019. Per capire: c'è un industriale che fattura 59 milioni all'anno e, stando alla decisione del garante, dovrà pagare una multa di diecimila euro.
Falchi non riesce a essere soddisfatto per un verdetto che sembra avvalorare le ragioni della rabbia delle campagne che portarono alla guerra del latte. Perché "se poi andiamo a fare il conto del valore dei litri di latte buttati per terra durante la protesta queste multe fanno veramente ridere - aggiunge - però funziona così, anzi molti caseifici si sono costituiti parte civile e chiedono risarcimenti abbastanza pesanti: come sempre alla fine pagheremo pesantemente noi".
Al netto delle somme, dalla Lega, per bocca del capogruppo Dario Giagoni, arriva un attestato di vicinanza ai pastori: "A distanza di tempo la sentenza dell'Antitrust conferma le ragioni dei pastori sardi: gli industriali non hanno seguito le procedure corrette. Una mancanza di correttezza", aggiunge l'esponente del Carroccio in consiglio regionale, "che non è solo condannabile in quanto deprecabile, ma che assume i contorni di una vera e propria guerra sociale in virtù della risonanza a livello regionale e nazionale che quelle giornate hanno avuto. Nessuno, industriali o trasformatori che siano, può pensare di essere al di sopra delle regole, al di sopra della legge e, avvalendosi di una maggior forza economica, sovrastare chi con tanta fatica quotidianamente produce. A chi ha preso parte a quelle proteste, a chi ha versato in strada il frutto del proprio duro lavoro, a chi ha lottato e fatto sentire la sua voce per una giusta causa va la mia solidarietà, e la magrissima consolazione di sentirsi dire da più parti: avevate ragione sin dall’inizio".