CAGLIARI. Due seggi al Partito democratico e quattro al Movimento Cinque Stelle. Questa la geografia politica della Sardegna per le elezioni della Camera con il nuovo sistema maggioritario disegnato dal Rosatellum bis. A dirlo è Ipsos Italia in un sondaggio pubblicato oggi dal Corriere della Sera e illustrato da Nando Pagnoncelli.
Con la nuova legge elettorale appena licenziata dal Parlamento a colpi di fiducia, lo scenario della politica italiana sembra sempre più difficile da immaginare: dei 231 seggi attribuiti alla Camera con il maggioritario, un centrodestra ipoteticamente unito (Forza Italia, Lega, Fratelli d'Italia) ne raccoglierebbe 109, seguito da M5S con 71 e centrosinistra (Pd, Alternativa popolare) con 51. Sempre ammesso, come spiega Pagnoncelli, "che i diversi elettorati riescano davvero a sommarsi". Fuori dal computo restano i seggi di Valle d'Aosta ed Estero.
Analizzando i risultati delle oltre 55 mila interviste realizzate tra giugno 2016 e ottobre 2017 sulla base dei collegi uninominali disegnati per il Senato dal Mattarellum (collegi che, con ogni probabilità, verranno adottati per la Camera dalla nuova legge elettorale), Ipsos disegna uno scenario nazionale saldamente tripolare, con il centrodestra in largo vantaggio al Nord, il M5S in crescita nel Meridione, e il Pd che resiste nelle ex regioni rosse (principalmente Emilia Romagna e Toscana). Tre Italie ben distinte chiamate a confrontarsi con un "contesto nel quale stanno prendendo piede aspettative di autonomia regionale, e non solamente - sottolinea Pagnoncelli - nel lombardo-veneto".
E la Sardegna? Stando all'analisi di Ipsos - che mette in conto la questione autonomista solo per inciso - sull'Isola sembrerebbe non esserci spazio di manovra per un quarto polo sardista. Eppure, alla luce dei referendum consultivi voluti la scorsa settimana dai governatori leghisti di Lombardia e Veneto e della spinosa questione dell'indipendenza della Catalogna, qualcosa al di qua del Mediterraneo sembrerebbe incominciare a muoversi.
Da un lato, il polo civico-sardista composto da Psd'Az e La Base in cerca di una piattaforma indipendentista sulla quale far confluire il Partito dei Sardi dell'ex Quattro Mori Paolo Maninchedda e, perché no, altri partiti "italiani". Dall'altro il mondo dell'associazionismo con la nascita - su spinta del giornalista Anthony Muroni - di "Sardos", che strizza l'occhio alla miriade di movimenti e sigle indipendentiste attive sull'Isola. Un fermento non certo trascurabile che da qui alle politiche del prossimo anno - ma, soprattutto, alle regionali del 2019 - complice la non brillante prova della giunta di centrosinistra negli ultimi tre anni e mezzo, potrebbe trovare più spazio di quanto i sondaggi nazionali siano oggi in grado di rivelare.