CAGLIARI. Nessun disordine come accaduto a Roma in piazza del Popolo. A Cagliari il mondo delle partite Iva si è dato appuntamento per una manifestazione pacifica in piazza Garibaldi. Tutti distanziati e con la mascherina. Un centinaio, arrivatI da tutta la Sardegna per dire “basta” alle chiusure.
“Se non moriamo di covid, moriamo di fame”, dice Erika Grisolia, agente di commercio di Cagliari. E il virus non fa paura. Meglio: si può affrontare adottando le giuste contromisure. “Abbiamo attivato tutti i protocolli necessari e investito risorse per mettere in sicurezza le nostre sedi di lavoro”. Il suo pensiero è un po’ quello di tutti.
A capeggiare l’iniziativa è Fabio Macciò, che ha fatto nascere il raduno prima con un gruppo su Facebook, e poi con la manifestazione in piazza. Padre di famiglia, quattro figli a carico, e appartenente alla categoria degli spettacoli viaggianti. Anche questi rimangono al palo, così come la maggior parte dei settori, almeno in zona rossa e arancione. “Non possono multare diecimila partite iva e tutte le pizzerie e ristoranti”, dice riferendosi alle aperture che potrebbero arrivare senza alcun via libera, “meglio una multa piuttosto che il pignoramento delle nostre attività, se tutti avessero avuto i soldi della benzina per raggiungere Cagliari, si sarebbero presentate anche più persone”.
Anche l’assessore alle Attività produttive del Comune di Cagliari Alessandro Sorgia ha deciso di sostenere i manifestanti. “Ho scritto una nota qualche giorno fa al presidente Solinas”, dice Sorgia, “perchè è giusto e corretto che nella conferenza Stato Regioni si prenda una posizione importante per fare in modo che si possa riaprire in sicurezza”.