CAGLIARI. Il centrodestra a trazione sardista in consiglio regionale non sceglie le linea dura del blocco delle frontiere per scongiurare gli arrivi nelle seconde case dei residenti nelle zone rosse della Penisola.
“Noi vorremmo fare un ragionamento collettivo anche con le opposizioni. Il governo nazionale dovrebbe aiutarci a fare tutti quei controlli, fuori dalla Sardegna che una regione non può imporre. Questa zona bianca ce la siamo sudata e dobbiamo oggi difenderla, per il popolo sardo che l’ha conquistata. Ecco cosa stiamo chiedendo al governo, di aiutarci”: sono le parole in consiglio regionale del capogruppo del Psd'Az Franco Mula, mentre in consiglio si discuteva la legge sulle misure di contrasto alla pandemia e la proroga dello stato di emergenza.
La discussione è andata sull'attualità, con le imminenti vacanze pasquali e la possibilità, concessa a tutti dal governo, di raggiungere le seconde case. Così la maggioranza ha proposto la votazione di un ordine del giorno unitario per gestire gli arrivi.
Per i Progressisti, Francesco Agus ha chiesto "di approfondire il problema e vedere cosa si può fare: una ordinanza come ha fatto la Provincia di Bolzano o altre misure perché ora possiamo fare controlli solo in presenza di volumi di traffico molto bassi mentre ce ne vorrebbero degli altri anche negli scali di partenza: non dimentichiamo che il confine fra zona bianca ed arancione è molto sottile. Noi vogliamo lavorare", ha concluso Agus, "ma ci vuole collaborazione".
Il capogruppo del Carroccio, Dario Giagoni, ha affermato: "Bisogna fermare chi non ha l’abitazione principale in Sardegna".
Ma l'intesa su un documento unitario non c'è stata. Mentre è arrivato il via libera alla proroga di 12 mesi per lo stato di emergenza: si tratta di un atto che permette solo di attuare le misure che altrimenti richiederebbero procedure più farraginose, anche nella gestione della protezione civile.