CAGLIARI. Il passaggio della Sardegna alla zona bianca è da gestire. Il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato l'ordinanza che dal primo marzo, sulla base dei Dpcm del 14 gennaio che attualmente governa la materia, libera la Sardegna da numerose restrizioni legate al Covid. Stando al provvedimento del consiglio dei ministri cadrebbe il coprifuoco delle 22, tutti i locali sarebbero aperti anche la sera, ripartirebbero piscine e palestre e riaprirebbero musei e teatri. Resterebbero solo i divieti di assembramento e l'obbligo di indossare la mascherina. Ma quello verso il quale viaggia l'Isola non sarà - non può esserlo, vista la presenza della variante inglese - uno stato da "liberi tutti". Anche il ministero raccomanda "prudenza" e chiede "aperture graduali".
È in corso una riunione tra esperti dell'Iss, ministero e rappresentanti della Regione che dovrebbe portare all'adozione di misure di riapertura graduale e controllata che saranno riversate in un'ordinanza del presidente della regione Christian Solinas, attesa per le prossime ore, domani al più tardi.
Il passaggio in zona bianca è automatico: la Sardegna, per la terza settimana consecutiva, ha fatto registrare un numero di casi per 100mila abitanti inferiore al 50, accompagnato dal rischio basso (determinato da un Rt più basso d'Italia e l'assenza di focolai, con una pressione minima sugli ospedali). E così, come quando sono stati applicati rigorosamente i parametri quando l'isola è stata spedita in zona arancione, ora arriva quella bianca.
Ma l'assessore alla Sanità Mario Nieddu lo aveva anticipato già venerdì: "Non potrà essere un liberi tutti". I paletti saranno scritti nell'ordinanza.