CAGLIARI. Forse è la volta buona. Matteo Salvini torna in Sardegna, a Cagliari, il primo marzo. Come leader della Lega, sì, ma in veste di persona offesa nell'ambito del processo partito dopo una querela che ha presentato contro un attivista sardo, Mauro Aresu, finito sul banco degli imputati per aver scritto un post su Facebook che richiamava piazzale Loreto in occasione di una sua visita in città.
Era il 2017 e Salvini - che allora non era ministro né senatore - era atteso al congresso sardo del Carroccio. Molte le contestazioni. Tra queste, quella di Aresu: una presa di posizione politica, ha sempre sostenuto il suo legale, Marcella Cabras, tutelata dall'articolo 21 della Costituzione. Nessuna diffamazione, né tantomeno una minaccia - è la tesi difensiva - tanto che davanti alla richiesta di risarcimento di 30mila euro e a quella di pubbliche scuse avanzata da Salvini, l'imputato e il suo avvocato hanno deciso di andare a dibattimento, per affermare il principio della carta fondamentale.
A quasi quattro anni dal post contestato il procedimento stenta a decollare: Salvini, che deve essere sentito come persona offesa, aveva dato alla giudice Cristina Ornano la sua disponibilità già a marzo del 2020. Ma anche allora era arrivato un rinvio. Ora c'è una nuova data, fornita da leader del Carroccio. Appuntamento in un aula del palazzo di Giustizia di Cagliari il primo marzo.